Tigrai, Etiopia: massacro nella città santa di Axum. Amnesty accusa le truppe eritree

da Remocontro, 27 febbraio 2021

Rapporto di Amnesty international con oltre 40 testimonianze e foto satellitari. La strage di civili inermi del 28 e 29 novembre 2020 sarebbe stata compiuta, secondo 41 testimoni, dalle truppe di Asmara. Nella foto la mappa satellitare di Axum con i luoghi colpiti dall’attacco.

La potenza militare etiope esibita

La denuncia di Amnesty International

«Amnesty International conferma, nella città santa etiope di Axum ci sono stati massacri di civili, violenze e saccheggi a fine novembre, in pieno blackout comunicativo. E accusa dell’eccidio le truppe eritree protagoniste di 24 ore di odio e violenza pura senza che l’esercito federale etiope intervenisse», rilancia Paolo Lambruschi su Avvenire.

Il massacro nella Città Santa di Axun

Axum, la città santa della cristianità ortodossa, patrimonio Unesco dell’umanità, nella cui cattedrale venivano incoronati gli imperatori abissini, i negus, e sarebbe custodita l’Arca dell’alleanza.

L’attacco nel giorno della massima festività liturgica. «Civili disarmati presi di mira e uccisi in massa a centinaia per strada, in chiesa e nelle loro abitazioni. E poi sepolti in fosse comuni accanto ai templi principali, tra cui la cattedrale. Dopo che i loro corpi erano stati lasciati per giorni sulle vie della città in pasto alle iene per intimidire la popolazione».

Rappresaglia contro i ribelli Tigrai?

Probabilmente una rappresaglia sulla città per un’offensiva del Tplf, il partito regionale separatista del Tigrai, contro cui è in corso l’offensiva ufficiale del governo Etiope di Addis Abeba e dei suoi alleati. L’Etiopia ora alleata con l’Eritrea nella caccia ai ribelli del Tigrai, il popolo che non italiani conoscevamo come abissini.

All’Eritrea il ‘lavoro sporco’

Il report di Amnesty incolpa le truppe dell’esercito eritreo, in questo conflitto alleate dell’esercito etiopico. Smentite molte delle affermazioni del governo di Addis Abeba sul conflitto da parte del premier Abiy Ahmed. E smentita soprattutto «la presenza della soldataglia eritrea in tutto il Tigrai».

Le immagini satellitari accusano

Il rapporto di Amnesty è corredato da immagini satellitari certificate da una agenzia specializzata con una mappa dei luoghi colpiti delle città. Mostra la terra smossa per scavare fosse comuni. Accanto alle chiese di Arba’etu Ensessa (accanto alla cattedrale), San Michele, Abune Aregawi, Enda-Gaber, Abba Pentalewon ed Enda Eyesus.

Dettagli dell’orrore

«In circa 24 ore, tra il 28 e 29 Novembre 2020, le truppe eritree hanno ucciso centinaia di civili.E’ la chiara accusa dell’organizzazione, che ricostruisce l’assalto alla città santa iniziato alle 4 del pomeriggio del 28 con particolari agghiaccianti. Come il tiro al bersaglio per strada su persone disarmate, soprattutto giovani, mentre fuggivano terrorizzate. La sistematica uccisione casa per casa dei cittadini nascosti, la strage di pazienti negli ospedali».

Crimini contro l’umanità

Crimini contro l’umanità per i quali l’organizzazione chiede che sia avviata “una commissione di inchiesta indipendente delle Nazioni Unite” per bocca del direttore di Amnesty per l’Africa orientale Deprose Muchena, il quale ha di nuovo sollecitato Addis Abeba a lasciar entrare operatori umanitari e giornalisti.

Il governo a interim del Tigrai tace

Il governo ad interim del Tigrai, insediato da Addis Abeba dopo l’offensiva sul capoluogo Macallè, sostiene che ‘sta indagando’. Stessa risposta dalla commissione etiope per i diritti umani che prova a giustificare l’eccidio accreditando la tesi della rappresaglia. Uno a 10 o uno a 100? E Paolo Lambruschi ricorda ciò che subirono gli stessi Etiopi per mano italiana, «nel 1937 la feroce vendetta fascista contro civili e clero copto per l’attentato al vicerè Graziani».

‘Oltraggiati’ dal rapporto

Il ministero della comunicazione eritreo su twitter si è invece dichiarato oltraggiato dal report, definito falso perché avrebbe raccolto le testimonianze dei profughi in Sudan. Ma il governo di Addis Abeba ha autorizzato l’ingresso di sette testate internazionali solo giovedì 24 febbraio. Riccardo Noury, di Amnesty International Italia: «Le testimonianze raccolte sono tante e tutte convergenti. E provano che quello di Axum è stato il massacro peggiore di questa guerra e che lì sono stati commessi crimini contro l’umanità che l’Onu dovrà accertare con una commissione d’inchiesta che mi auguro Roma voglia sostenere».

La Chiesa dell’Arca dell’Alleanza e la cattedrale

Regno di Axum e la cristianità ortodossa

Axum, città dell’Etiopia nella Regione dei Tigrè. Principale centro dell’Etiopia cristiana, fu la capitale del regno di Axum, fiorente nel periodo intorno alla nascita di Cristo, che declinò a partire dal VII secolo per il predominio islamico sul Mar Rosso. Il 75% della popolazione è composto da etiopici di religione cristiano-ortodossa. La rimanente parte è suddivisa tra musulmani sunniti e cristiani P’ent’ay.
Per il loro valore storico, le rovine archeologiche presenti sono state incluse nel 1980 dall’UNESCO nella lista dei Patrimoni dell’umanità.
Racconti semi-leggendari attribuiscono la distruzione di Axum a una mitica regina, Gudit, nel X secolo.
La Chiesa ortodossa etiopica afferma che la chiesa di cattedrale di Nostra Signora Maria di Sion contiene la biblica Arca dell’Alleanza dove erano custodite le Tavole della Legge, su cui sono scritti i Dieci Comandamenti portati da Mosè al suo popolo. Questa stessa chiesa fu il luogo dove per secoli vennero incoronati gli imperatori etiopi fino al regno di Fāsiladas e di nuovo da Giovanni IV d’Etiopia fino alla fine dell’impero. Axum viene considerata la più santa delle città dell’Etiopia ed è un’importante meta di pellegrinaggi.

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