Reader’s – 2 aprile 2022

Mi sembra che possa interessare il dibattito in atto nel web riguardo alle diverse concezioni di imperialismo politico ed economico, più o meno credibilmente ammantate di valori e tradizione culturale, in queste settimane di feroce guerra in Europa, la riflessione che Giovanni Lamagna ha inserito oggi nel suo “diario politico”:

“Questa guerra, che da un mese e mezzo si sta combattendo nel cuore dell’Europa, rappresenta, come penso sia a tutti abbastanza evidente, la sa più grave minaccia all’ordine e, quindi, alla pace planetaria dalla fine dell’ultimo conflitto mondiale. Non che non ci siano state nel frattempo, in questi sette decenni e passa, come tutti ben sappiamo, altre guerre di grande rilevanza e distruttività. Queste, però, hanno visto sempre – quando non erano conflitti del tutto locali, tra nazioni di piccola o media potenza – al massimo una grande potenza contro un’altra piccola o media potenza e il loro esito era già scontato in partenza, anche con il solo ricorso alle armi convenzionali, senza alcuy,,,una seria minaccia nucleare, in quanto una delle due contendenti ne era priva.

“Questa volta, invece, il confronto solo apparentemente è tra una grande potenza (la Russia) ed una piccola potenza (l’Ucraina); perché in realtà lo scontro è tra la Russia e la Nato, tra la Russia e gli Stati Uniti; Nato e Stati Uniti che si nascondono dietro l’Ucraina.

In questo caso, pertanto, l’esito non è affatto scontato e la minaccia del ricorso all’arma nucleare ben reale, essendone dotate entrambe le potenze in conflitto; tanto è vero che sia Biden (per primo) che Putin (subito a ruota) vi hanno alluso. In questo modo è stato eliminato, soppresso, un tabù, se non altro dal linguaggio; e forse non solo dal linguaggio, ma anche da almeno una parte della coscienza collettiva.

Banalizzare l’impensabile, volgere in convenzionale l’arma definitiva esclude il ragionamento. Abbrutimento collettivo che pagheremo comunque finisca il conflitto in Ucraina.” (Limes; 2/2022; pag. 9)

Serbia e Ungheria

Conosceremo domani o dopodomani l’esito elettorale nei due Paesi d’Europa più simpatizzanti per la Russia di Putin, nonostante la guerra in Ucraina. Retaggi storici (la Serbia e il Kosovo sottratto con la bombe Nato), e opportunismi politici autoritari (l’ultra nazionalismo di Orban in chiave anti europea). Secondo l’osservatorio internazionle citato da Remocontro, il presidente serbo, versione ‘post miloseviana’ del nazionalismo rivendicativo balcanico, sembra destinato ad un successo pieno già dal primo turno. Qualche rischio in più per il primo ministro ungherese per la conquista di un quarto mandato. Grossi problemi di democrazia interna e di credibilità internazionale, e una opposizione finalmente compattata da destra a sinistra.


Come alcuni di voi a già sanno, mi trovo da una settimana in clinica per una indisposizione non grave ma molto dolorosa e limitante (ernia del disco). Mi scuserete quindi se nei prossimi giorni sarò molto poco puntuale coi miei commenti.

La traduzione in versi di una perfetta diagnosi medica

Cosi ha commentato l’anestesista quando gli ho fatto leggere la “poesia d’occasione” che ho scritto l’altra mattina un po’ per sfogarmi e un po’ per rendere meglio l’idea di una notte insonne. 

Sciatalgia

Mai una Tribolazione più di questa
di tortura notturna nelle ossa
cui si avvinghiano i nervi come vermi
divorando le grida di dolore
dalle vertebre in giù lungo la schiena
a un ginocchio non fatto per pregare
ma per soffrire di una lunga pena
a un piede che non sà più dove andare.

Notte 30/31 marzo 2022, ore 5,18
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