Assassinii travisati
di Raniero La Valle
Sabato 5 ci sono state le manifestazioni. Ci sono andati in centomila. A Roma e in Bahrein, per la pace, a Milano per la guerra.
Il cardinale Zuppi per la pace: “Caino vide nel fratello Abele solo un nemico”, Francesco: “Amare tutti, amare i nemici”; Letta e Micromega per la guerra: “Solidarietà con l’Ucraina, Putin go home”, “Si alle armi, coerenti alle nostre posizioni dal 24 febbraio”. Interdette le bandiere di partito, cioè interdetto il discernimento delle ragioni, se ci sono, delle due parti.
Sabato c’è stato anche il blocco delle navi delle ONG,
Sabato c’è stato anche il blocco delle navi delle ONG, il divieto di sbarco, fuori dai porti negati.
C’è dunque una divergenza tra chi decide che la gente deve morire e chi pensa di salvarla, di preservarne la vita. Nel vocabolario la prima posizione si chiama assassinio, la seconda soccorso. Scongiurare la guerra significa buongoverno, sacrificare tutto alla vittoria significa terrore.
Se è un assassinio lasciare in mezzo al mare…
Se è un assassinio lasciare uomini, donne, bambini (quelli accompagnati , vispi e senza dissenteria) in mezzo al mare perché vadano alla deriva e muoiano non subito ma in differita, gli assassini sono travisati , perché si mascherano con la buona azione di “farsi carico delle emergenze sanitarie, di minori, donne incinte, donne con bambini piccoli, gente con la febbre”, e che gli altri si perdano.
Se è un assassinio mandare armi e sempre più armi perché i Russi siano scannati non meno degli Ucraini, gli assassini sono travisati perché si mischiano con il popolo della pace e con le sue bandiere.
Se la guerra è essa stessa un crimine…
Se la guerra, quella che una volta era dichiarata in buona e debita forma, è ordinata all’annientamento del nemico che va “debellato”, allora c’è una guerra che non mira all’annientamento dell’Ucraina ma è stata motivata dalla sua negata neutralità, e c’è una guerra che mira all’annientamento della Russia, a metterla “in condizioni di non poter mai più combattere” e a ridurla “con sanzioni mai viste prima” allo stato di paria. Se la guerra è essa stessa un crimine, non essere equidistanti significa cercare i criminali di guerra sia ad Est che ad Ovest, compresa la NATO.
Se la difesa dei confini della Patria….
Se la difesa dei confini della Patria consiste nello sbarrare porti e coste contro Saraceni che non ci sono e naufraghi senz’armi, questa è una ragione di irreparabile rottura tra un Paese che ieri nella Resistenza ha lottato per un mondo accogliente per tutti e un governo dell’altro ieri che si mette in stato d’assedio sul mare, anche se la sua Presidente non ha simpatia per il regime dei Tribunali speciali per la difesa dello Stato che pregava Dio di “stramaledire gli Inglesi”.
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Le ultime forniture di armi occidentali all’Ucraina
da Remocontro
Nuovi invii di armi alle forze armate ucraine decisi o presi in esame da diverse nazioni occidentali negli ultimi giorni, inclusa l’Italia. Il 4 novembre gli Stati Uniti hanno stanziato nuovi aiuti militari per 400 milioni di dollari. E dove non ci sono direttamente le armi, i soldi per comprarle altrove. Come i missili da difesa aerea Hawk da impiegare sui lanciatori offerti dalla Spagna o i 45 carri armati T-72B ammodernati ex esercito della Repubblica Ceca, e persino 40 motovedette fluviali blindate

Il bricolage dell’armamento
Il 28 ottobre gli USA avevano deciso un ulteriore aiuto a Kiev per 275 milioni di dollari di cui Analisi Difesa fornisce il dettaglio. Noi sintetizziamo citando quello che da non militari ci sembra più rilevante. Lanciarazzi campali multipli High Mobility Artillery Rocket Systems (HIMARS) in numero non precisato; 1.300 armi anticarro; 125 veicoli 4×4 High Mobility Multipurpose Wheeled Vehicles; Armi leggere con oltre 2.750.000 munizioni; 4 antenne per comunicazioni satellitari. Finora per la difesa aerea gli Stati Uniti hanno fornito a Kiev 1.400 missili portatili Stinger e sistemi di disturbo elettronico anti-drone.
Dal gennaio 2021 gli Stati Uniti hanno fornito aiuti militari all’Ucraina per 18,9 miliardi di dollari di cui 18,3 dopo il 214 febbraio 2022, quando ha preso il via l’offensiva russa.
Bulgaria tra armi e gas
Il 3 novembre la Bulgaria ha deciso che inizierà a fornire armi e munizioni all’Ucraina dopo il voto del parlamento. Nel marzo scorso l’allora premier Kiril Petkov aveva escluso la possibilità di inviare aiuti militari all’Ucraina, in una conferenza stampa congiunta a Sofia con il segretario alla Difesa statunitense Lloyd Austin, in visita in Bulgaria. Secondo indiscrezioni stampa, Austin aveva chiesto a Sofia di inviare in Ucraina le batterie di S-300 da difesa aerea, compatibili con quelle dello stesso tipo in servizio in Ucraina o donate da altre nazioni dell’ex blocco sovietico. Sofia aveva finora sostenuto di non voler inviare armamenti e munizioni ma solo aiuti umanitari.
Triangolazioni
Ma Mosca ha accusato il governo bulgaro di aver fornito ingenti quantitativi di armi e munizioni a Polonia e Repubblica Ceca che le hanno poi girate all’Ucraina. La Bulgaria ha di recente firmato nuovi contratti con Gazprom per forniture di gas. Ora a rischio.
Svizzera, no alle armi via Germania
Il 3 novembre la Svizzera ha negato alla Germania il permesso di inviare all’Ucraina munizioni di fabbricazione elvetica per i cannoni da difesa aerea dei semoventi Gepard che Berlino ha consegnato a Kiev. «Non è ancora opportuno rispondere favorevolmente alla richiesta della Germania di inviare materiale bellico svizzero in Ucraina» in nome della legge sulla neutralità e della legislazione svizzera sul materiale bellico, ha spiegato Guy Parmelin, ministro dell’Economia, in una lettera al Ministro della Difesa tedesco, Christine Lambrecht.
Collaudo armi sulla pelle dell’Ucraina
«La guerra in Ucraina offre un campo per i test in combattimento. Abbiamo otto diversi sistemi di artiglieria da 155 mm sul campo … quindi è come una competizione tra sistemi per vedere quale si rivela più efficace». Il cinico ‘Stranamore’, è il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov che parla al magazine statunitense Politico. «Sono ottimista sul fatto che sia in futuro possibile ricevere carri armati Abrams e anche caccia come F-16, F-15 o Gripen». Guerra continua.
Il futuro della guerra
Oltre al collaudo armi sulla pelle degli ucraini e dei cattivissimi russi, progetti di guerra di lunga durata. Sempre il ministro, «Un sistema di riparazione e manutenzione più sofisticato che potrebbe essere organizzato in Polonia, Slovacchia o Romania, per esempio». Reznikov ha suggerito di formare joint venture con Polonia, Regno Unito e Germania per sviluppare armi e attrezzature che potrebbero essere costruite in Ucraina, in particolare i sistemi di difesa aerea.
«Dobbiamo sviluppare un’industria UAV non solo per i droni aerei, ma anche terrestri e navali perché è il futuro della guerra».
Lo sbarco negato è tortura
di Massimo Marnetto
Un migrante africano nel suo lungo viaggio patisce privazioni, violenze e l’intensa paura di morire affogato. Quando la nave che lo ha salvato arriva in porto, ha la certezza che il suo incubo sia finito. Non sbarcare a pochi metri dalla salvezza e ritornare in mare è un trauma psichico equivalente alla tortura (art. 613 bis, c.p.). Per questo, penso che gli sbarchi selettivi siano illegali e disumani.
Ciò detto, va superato il Trattato di Dublino. I Paesi con frontiere liquide e approdi più vicini alle rotte di migranti devono salvarli, ma contando sulla tutela di un sistema di distribuzione degli oneri di sbarco e accoglienza. Per esempio, con l’indicazione per ogni Stato rivierasco di un porto-POS (Place-Of-Safety), che a rotazione accolga gli sbarchi; e la distribuzione dei migranti verso i Paesi non rivieraschi, secondo quote predefinite e dinamiche rispetto agli ingressi già concessi. E qui – chi si lamenta dell’invasione in Italia rispetto ad altri Paesi europei – avrebbe delle sorprese.
Freud, la psicanalisi e il sentimento religioso
di Giovanni Lamagna
Io condivido pienamente e sottoscrivo in buona sostanza “le tesi di Freud sulla religione e sull’antropologia dell’uomo religioso che appaiono prive di sfumature: la religione è una nevrosi dell’umanità, o, addirittura, un suo delirio…E’ un’illusione destinata fatalmente a dileguarsi con il progresso della scienza;l’uomo religioso è il prodotto di una regressione, il suo Dio non sarebbe altro se non il prolungamento dell’idealizzazione infantile del padre che non vuole estinguersi…
“La credenza religiosa serve a sopportare questa vita e il suo dolore promettendone un’altra – una vita eterna – finalmente liberata dalla sofferenza e dalla mancanza che invece ci affliggono…L’uomo religioso è dunque un uomo in fuga, incapace di assumere responsabilmente il carattere irrevocabilmente finito e precario della sua esistenza.” (da “La legge della parola” di Massimo Recalcati, Einaudi; 2022; pag. V dell’Introduzione)
Non condivido, invece, per niente il giudizio di Freud sull’inutilità totale del sentimento religioso e, quindi, sulla necessità che esso venga storicamente del tutto superato, se l’uomo vuole uscire dallo stato di “minorità” kantiana, di “nevrosi”, di “delirio”, di “illusione”, da cui pure il sentimento religioso indubbiamente, almeno in parte, nasce.
Credo, infatti, che questo sentimento, le ragioni da cui esso nasce ed è motivato, siano anche altre, oltre a quelle indicate così bene e così lucidamente dal padre della psicoanalisi.
Una tensione ad andare oltre se stesso
C’è, infatti, nell’uomo – e ben radicata – una tensione a trascendersi, ad andare oltre sé stesso, che non possono ridursi soltanto alla paura della sofferenza (soprattutto alla suprema paura che è l’angoscia di morire) e al desiderio di sfuggire alla precarietà che affligge la sua vita.
C’è nell’uomo un desiderio di realizzare i doni (per usare un linguaggio evangelico, i “talenti”) che la vita gli ha messo a disposizione, una tensione a realizzare una comunione con il Tutto, in primo luogo con gli altri suoi simili, che non possono essere spiegati, a mio avviso, solo col sentimento della paura e della precarietà e, quindi, con la spinta a fuggire, a evadere, ad alienarsi in un altro “mondo dietro al mondo”, per usare un’espressione di Nietzsche, anche questa citata da Recalcati.
Tensione, desiderio, che certo non possono essere identificati sic et simpliciter col sentimento, spesso rozzo e primitivo, dal quale sono nate le religioni. Rispetto al quale valgono, dunque, tutte le critiche e i giudizi drastici con i quali le bolla Freud.
Ma sicuramente hanno una qualche affinità, hanno (almeno in parte) una radice comune con i sentimenti e le aspirazioni da cui storicamente sono nate le religioni, non sono proprio del tutto un’altra cosa.
Una dimensione regressiva e una progressiva
Per cui il mio giudizio sulla religione (o, meglio, su quello che io definisco come “sentimento religioso”) coincide solo in parte con quello di Freud. Ne coglie e critica (come lui) la dimensione regressiva, che indubbiamente va superata, se l’uomo vuole andare avanti sul piano della evoluzione emotiva, psicologica, intellettuale, culturale in senso lato.
Ma allo stesso tempo ne recupera, invece, e sostiene come perennemente valida la dimensione progressiva, che consiste, a mio avviso, nella spinta continua alla ricerca, che spinge l’uomo a trascendere sé stesso. E che, lungi dall’essere “destinata fatalmente a dileguarsi con il progresso della scienza”, è proprio ciò che, invece, sostiene e motiva il progresso delle scienze.
- Reader’s – 24 marzo 2023.“Non c’è bisogno di essere cattolici bigotti e oltranzisti per essere contrari alla maternità surrogata”, scrive oggi su Facebook Gilberto Squizzato. “Si puó esserlo serenamente e con convinzione da laici e anche da femministe/i” e su questo debbo dire che anch’io, sperando di non scandalizzare nessuno dei compagni di sinistra, sono d’accordo con il mio vecchio amico. Non tutto, a mio avviso, dovrebbe poter essere comprato e venduto. E ha ragione, a mio avviso, Gilberto quando scrive che “forse Elly farebbe bene a non dare per scontato quello che scontato non è, aprendo una pacata, profonda e pluralista discussione dentro il PD”. / Deep fake (Marnetto) / Mosca-Kiev prigioniere in guerra nella sfida strategica Washington-Pechino / Processo per violenze nel carcere di S.M.Capua Vetere
- Reader’s – 23 marzo 2023Le guerre promesse. Cari amici, ci sono molte “ultime notizie” che prefigurano un mondo a perdere.La prima è che nella pianificazione nucleare degli Stati Uniti pubblicata dal Pentagono si dice: “abbiamo condotto un’analisi approfondita di un’ampia gamma di opzioni per la politica nucleare, comprese le politiche No First Use (non ricorso alle atomiche prima di un attacco nucleare altrui) e Single Purpose (uso limitato a una singola finalità) e abbiamo concluso che tali approcci si tradurrebbero in un livello di rischio inaccettabile alla luce della gamma di capacità non nucleari di concorrenti che potrebbero infliggere danni a livello strategico agli Stati Uniti e ai suoi alleati e partner”. Al riparo della minaccia nucleare si potrà invece “proiettare potenza” e combattere guerre convenzionali senza arrivare all’uso dell’atomica. / No alle munizioni all’uranio: sono armi chimiche – Lettera aperta all’Ambasciatore britannico / Polonia, corsa al primato militare, vuole più armi e più soldati. Le inquietanti milizie armate / Lettura e vita (Lamagna).
- Reader’s – 22 marzo 2023Investire in Acquedotti e depurazione, chiede la Coldiretti in occasione della Giornata mondiale dell’Acqua. D’altronde, si continua a ripetere da anni che la rete idrica italiana “fa acqua da tutte le parti” e di acqua, quindi, ce n’è sempre meno anche per questo banale motivo. Il PNRR ha previsto naturalmente interventi anche in questo settore e dalle regioni sono arrivate proposte di investimenti per ridurre di almeno il 15 per cento le perdite idriche degli acquedotti italiani per oltre 2,5 miliardi di euro. Ma sono stati stanziati finora soltanto 900 milioni in diverse rate. / Xi Jinping a Mosca oltre l’Ucraina per un mondo ‘multipolare’ non solo Occidentale-americano / Amnesty International denuncia: Iran: “Detenuti minorenni sottoposti a frustate, scariche elettriche e violenza sessuale durante la brutale repressione delle proteste”
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- Reader’s – 21 marzo 2023Che vergogna dover ascoltare oggi al telegiornale la presidente del consiglio Giorgia Meloni parlare, a pochi giorni dalla strage di migranti di Cutro, di “aggressione migratoria”. Lo stesso termine che usava Marine Le Pen un anno fa scrivendo su Twitter (“Bisogna fare di tutto per andare in aiuto della Polonia, che deve affrontare una vera e propria aggressione migratoria!”). Con la differenza che allora si trattava del messaggio su twitter di una candidata alla corsa per l’Eliseo e oggi del capo di governo italiano in un’aula parlamentare. / È PARTITA L’OFFENSIVA DI PRIMAVERA, Fratelli d’Italia alla conquista della Rai. / Per non essere intrusi nella nostra storia (Antonio Cipriani)