Mentre Marnetto continua nel racconto delle sue vacanze culturali in quel di Siracusa, Ennio Remondino ci informa su RemoContro che “a fine estate l’Italia sarà a capo dell’operazione militare europea nello Stretto di Hormuz, «a difesa degli interessi delle transnazionali dell’energia e per il contenimento della presenza iraniana». Annuncio tutt’altro che esaltante almeno per la gran parte degli italiani che dai sondaggi risulta decisamente orientata alla pace.
Italia nello Stretto di Hormuz in funzione anti-Iran
A fine estate l’Italia sarà a capo dell’operazione militare europea nello Stretto di Hormuz, «a difesa degli interessi delle transnazionali dell’energia e per il contenimento della presenza iraniana». ‘Presenza iraniana decisa dalla geografia con lo Stretto di fronte alla coste di casa, diventata ‘minacciosa’ per discussa valutazione occidentale.
«Ad annunciare la provocatoria missione nel conflittuale corridoio marittimo tra il Golfo Persico e il Golfo di Oman è il ministero della Difesa», rivela ‘Pagine Esteri’, «a conclusione della visita in Pakistan del Capo di Stato Maggiore, l’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone».

L’Italia zitta zitta va alla guerra
Il Comando della Missione NATO in Iraq e con la prossima assunzione del Comando della missione di coalizione Europea EMASOH. L’Ammiraglio se ne vanta e noi cittadini e probabilmente anche molti tra i distratti parlamentari alla vigilia delle vacanze, ne veniamo a conoscenza. Grazie.
European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz
Acronimo di European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz, EMASOH è la “missione di sorveglianza marittima” promossa nel gennaio 2020 dai governi di Danimarca, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Paesi Bassi, Portogallo e Italia, dopo una serie di attacchi contro le unità utilizzate per il trasporto di gas e petrolio negli stretti di Hormuz e Bab el-Mandeb (tra il Mar Rosso e il Golfo di Aden) e ai terminali petroliferi di Abqaiq e Khurais in Arabia Saudita, spiega Antonio Mazzeo.
«Principali responsabili delle incursioni a petroliere e navi metaniere, secondo Stati Uniti, Unione europea e petroregimi arabi, i pasdaran, i guardiani della rivoluzione islamica dell’Iran».
Il mare del petrolio
Nonostante l’apertura di nuove rotte commerciali e l’espansione del mercato globale, dallo Stretto di Hormuz continua a transitare il 21% delle risorse petrolifere. Attraverso questo tratto di mare lungo 150 Km. e largo 33, l’Arabia Saudita fa passare 6,4 milioni di barili di petrolio al giorno, l’Iraq 3,4, gli Emirati Arabi Uniti 2,7, il Kuwait 2, mentre il Qatar, il più grande produttore mondiale di gas naturale liquefatto ,quasi tutto il suo gas destinato all’esportazione. Da qui, lettura critica di Pagine Esteri, l’esigenza di alcuni dei principali clienti europei di concorrere alla rimilitarizzazione della regione.
Base navale francese
Quartier generale di EMASOH è la base navale francese di Camp de la Paix ad Abu Dhabi (la Francia di Macron è il paese che più ha spinto per il lancio della missione aeronavale). La componente militare include sette unità da guerra e un pattugliatore aereo delle forze armate degli stati promotori più la Norvegia. Tredici fregate e dodici differenti velivoli di pattugliamento e riconoscimento marittimo, più di 1.000 ore di volo mentre le imbarcazioni hanno navigato per 750 giorni, attraversando lo Stretto di Hormuz oltre 170 volte.
Avanti e indrè
Effetto preventivo duraturo della presenza di EMASOH, «e una missione destinata dunque a rafforzare la propria componente militare e il raggio operativo geo-strategico e che sarà a guida italiana molto presumibilmente dal semestre 2022 fino al febbraio 2023».
Problemi vari ed eredità incerte
La nuova avventura militare nelle acque del Golfo ere3dita molti problemi. Voluta dall’allora governo Conte bis sull’onda dell’asse diplomatico-economico-militare tra Roma e Parigi, la partecipazione italiana è stata inaspettatamente bloccata per tutto il corso del primo anno di attività. Il 30 maggio 2020 il governo decideva l’annullamento della partecipazione di un’unità della Marina come era stato previsto a gennaio. Dall’allora premier Giuseppe Conte e dal riconfermato ministro della difesa nessuna spiegazione. Analisi Difesa denunciò una supposta pressione esercitata dal Ministero degli Affari Esteri, allora come adesso Luigi Di Maio.
Dopo la falsa partenza
Il successivo 5 agosto, con l’approvazione in Parlamento del documento di proroga delle missioni internazionali, l’operazione navale nello Stretto di Hormuz ricompare assieme ai 9 milioni per finanziarla. Il decreto fissa un tetto massimo nell’impiego del dispositivo militare: 193 militari, una unità navale, due mezzi aerei e un non meglio specificato supporto di Intelligence, un drone MQ-9 Reaper dell’Aeronautica militare, precedentemente schierato in Kuwait per la “sorveglianza” dello scacchiere iracheno.
Fregata missilistica ‘Federico Martinengo’
E la fregata missilistica ‘Federico Martinengo’, passa dall’anti pirateria al largo delle coste somale al Golfo. Teheran non gradì affatto, sostenendo che «la sicurezza della zona del Golfo dovrebbe essere assicurata soltanto dai Paesi vicini». International Maritime Security Construct, la chiama il Dipartimento della difesa USA, e la task force multinazionale Sentinel, come braccio operativo.
La politica delle cannoniere
A IMSC-Sentinel oltre agli Stati Uniti contribuiscono Albania, Bahrain, Estonia, Lituania, Romania, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Regno Unito, mentre hanno espresso l’intenzione di offrire una forma di cooperazione Corea del Sud, Qatar e Kuwait. Il 6 agosto 2019, anche la disponibilità di Israele, con la scontata reazione delle Guardie del Corpo Rivoluzionarie Islamiche dell’Iran.
Contro il petrolio russo
Il Consiglio dell’Unione Europea, lo scorso mese di febbraio, ha esteso all’Oceano Indiano nord-occidentale il cosiddetto Coordinated Maritime Presence Concept: considerare un’Area Marittima di Interesse l’Oceano Indiano nord-occidentale, una regione che si estende dallo Stretto di Hormuz al Tropico meridionale e dal nord del Mar Rosso fino al centro dell’Oceano Indiano”.
Ue militare nel Golfo, Italia in prima fila
Ancora più militari, navi e aerei da guerra Ue nel Golfo, nella corsa per differenziare i mercati delle risorse energetiche, «così da ridurre la dipendenza dalla Russia e aumentare l’import dagli impresentabili regimi super-armati della Penisola arabica», la sintesi finale di Mazzeo. A metà febbraio, prima dell’aggressione russa contro l’Ucraina, il governo italiano aveva sottoscritto un accordo strategico con il Qatar per accrescere le forniture di gas liquido.
L’Iran storicamente amico ma escluso dall’embargo americano non gradirà, e per noi la speranza mai certa di nuovi e più lucrosi affari di gas e petrolio con emiri e sceicchi. (Ennio Remondino)
Rinfresco, cronaca nera e mal di chiappe (Note di viaggio a Siracusa)
Appena entro nelle Catacombe di San Giovanni sento il freddo e l’umidità della terra. Per estensione sono seconde solo a quelle di San Callisto a Roma. La guida dice di non staccarsi dal gruppo, perché spesso devono andare a ritrovare gli imprudenti che si perdono in questo labirinto. ”La finestrella in questa tomba – spiega – è per toccare il corpo del santo, perché i cristiani pensavano così di assorbirne la potenza necessaria a guarire o a ricevere un miracolo”. Sul marmo di una tomba patrizia ci sono ancora le tre cavità usate per versare latte, miele (simboli del paradiso) e vino (unione col sangue di Cristo). ”Questa usanza deriva dall’identico rito pagano del refrigerium, che poi è arrivato anche nella nostra cultura attuale con tutt’altro senso, col nome di rinfresco, per indicare cibo a disposizione degli ospiti”.
Ritornato in superficie e ritrovo subito i quasi 40 gradi di calore, ma vado lo stesso nella chiesa di Santa Lucia al Sepolcro, per vedere uno dei quadri più atipici del Caravaggio dedicato alla santa. Il dipinto è pieno di vuoto. Per quasi due terzi rappresenta i volumi di un edificio senza figure umane e solo in basso – quasi schiacciata da questo spazio incombente – c’è la scena della sepoltura della santa, appena martirizzata. Le indagini ad infrarossi denunciano una correzione del Caravaggio, che prima aveva dipinto la testa staccata dal corpo, ma successivamente – forse per non incorrere nelle solite critiche di essere troppo violento nelle sue immagini – l’ha riattaccata, lasciando vedere solo un taglio sul collo. L’opera è singolare anche per la fretta con cui è stata eseguita. Caravaggio è in fuga da Malta, dipinge con pennellate sbrigative, spesso usa lo stesso colore per non perder tempo nelle sfumature, ma il risultato è della stessa cruda potenza di altre opere più accurate: non compiacenti esaltazioni mistiche, ma il resoconto di cronaca nera dell’assassinio di una ragazza.
Pranzo in una trattoria frequentata dai locali, grazie alla soffiata di un siracusano. E mangio un buonissimo pesce spada alla palermitana, impanato prima di essere cotto alla brace. Mi devo tenere leggero perché la sera c’è l’Ifigenia in Tauride. Anche stavolta, il piacere dello spettacolo è rovinato dal dolore fisico provocato dalla scomodità dei posti. Stiamo sulle tribune originarie sconnesse del Teatro Greco e un sottile cuscino non riesce ad attutire i bozzi della pietra che tortura glutei, gambe e schiena. Sopporto, ma la regia di Jacopo Gassmann non sempre è efficace, nonostante buone invenzioni e attori di livello. Uscendo getto ancora uno sguardo all’imponente ara di Ierone II sotto la luna, il più grande altare costruito dai greci, dove si uccidevano 100 buoi in un unico sacrificio: l’ecatombe. Vorrei stare più a lungo a contemplare quelle rovine magiche, ma ho bisogno di un taxi e di una doccia. (Massimo Marnetto)