Tetto ai contanti portato a 10 mila euro. ” L’Agenzia delle Entrate lavorerà solo per scovare i grandi evasori”.
Chi ha bisogno di girare con diecimila euro in contanti non può che essere intenzionato a pagare in nero. Alzare il tetto al contante vuol dire dunque educare, se non anche invitare, ad evadere il fisco. Che poi, come sottolinea Alessandro Gilioli nell’articolo che segue, significa anche educare a non essere un cittadino, il membro di una comunità. Ma se uno non è un cittadino, tantomeno può essere un patriota.
Ovviamente i meloniani negano e rispondono che ci sono mezzi più efficaci, come i controlli basati sull’incrocio dei dati. Già, perché non si fanno? Perché i dati non vengono registrati o attribuiti a società di comodo? Oppure, come da anni si continua a ripetere (e qui di seguito fa notare Marnetto), perché “mancano 10mila addetti all’ Agenzia delle Entrate” ? In questo caso, se non lo hanno fatto i governi di centro sinistra, siamo sicuri che Meloni (che ha già promesso di non disturbare “chi vuol fare”) per non parlare di Berlusconi e Salvini, si precipiteranno ad assumerli?
Quanto ai grandi evasori, ai quali soltanto – dichiara Giorgia Meloni – sarebbe rivolta l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate, ammesso che vogliano davvero scoraggiarli e colpirli senza pietà (in galera! proclama Salvini), non sono gli stessi che più profitteranno dei condoni fiscali? (altro imbroglio gradito alla destra). Conclusione: con una spesa pubblica sempre più sulle spalle dei lavoratori e dei pensionati faremo un altro passo avanti nella crescita delle disuguaglianze.(nandocan)
Pacchia

di Massimo Marnetto
Rieccola l’italietta del senza-fattura, del pos rotto del tassista, dello scontrino non-fiscale al ristorante e quello mancante del negoziante distratto. La Meloni ha dato il segnale convenuto: l’innalzamento del contante a 10 mila euro, a cui presto si aggiungerà la fine dell’obbligo di accettare le carte di pagamento. Incasso non tracciato, guadagno assicurato: e la lobby degli evasori festeggia.
Ma per Meloni non c’è correlazione tra aumento del contante e quello dell’evasione fiscale. E cita la stessa opinione di Padoan, senza dire che la ritrattò. I meloniani rilanciano: se si vuole colpire veramente l’evasione, ci sono mezzi più efficaci: i controlli basati sull’incrocio dei dati. Giusto, ma mancano 10mila addetti all’Agenzia delle Entrate. Quindi evasori italiani – al di là dei monti, al di là dei mari – ascoltate: la pacchia è tornata!
Spalancata la porta alla piccola evasione
di Alessandro Gilioli
La destra in sostanza spalanca le porte alla piccola evasione, quella degli artigiani, dei commercianti e simili (che tutta insieme peraltro fa un’evasione enorme).
Non c’è da indignarsi, ma da svelare i meccanismi sia ideologici sia di consenso. C’è un blocco sociale costituito da milioni di persone, che – impoverito da pandemia e conseguenze della guerra – vuole fare a tutti costi il nero. A questo blocco il governo ha deciso di andare in soccorso non con misure di welfare o aiuti legali, ma lasciando che pratichino l’evasione.
Allora. Primo: è assistenzialismo puro. Permettere di evadere le tasse è una forma “al contrario” con cui lo Stato dà i soldi. Curioso, per chi accusa il Rdc di assistenzialismo
Secondo: è assistenzialismo non regolato, cieco, quindi fortemente ingiusto. Non saprai mai se chi fa il nero lo fa perché sennò non campa la famiglia o perché sennò non campa lo yacht. Assistenzialismo nell’ingiustizia, insomma.
Terzo: è acquisizione del consenso di un blocco sociale di riferimento, attraverso un patto silenzioso (io ti lascio evadere, anche se so che evadi). Curioso, per chi accusava il Rdc di essere voto di scambio.
Quarto: è educazione al non pagamento delle tasse, al non essere cittadini, al non far parte di una comunità. Sul breve, forse, salverà qualche artigiano; sul lungo, allarga il solco tra Stato e società, perché lo Stato non è più “noi”: è un sovrano esterno paterno e benevolo che si volta dall’altra parte mentre noi evadiamo.
Da Libera Informazione: l’intervento al dibattito sulla fiducia al governo del senatore 5 stelle Roberto Scarpinato

Libera Informazione si sofferma con Davide Mattiello su un punto fondamentale fra quelli toccati dal senatore Scarpinato, ex procuratore generale in Sicilia, nel suo intervento per la fiducia al Senato. “La nostra Repubblica democratica, fondata sulla/dalla Costituzione anti fascista, è stata ripetutamente aggredita e sabotata da un “grumo” di potere che ha assunto nei decenni articolazioni e forme diverse, ma tutte riconducibili ad un presupposto: l’insofferenza radicale verso l’uguaglianza in dignità di ogni persona e verso il conseguente principio della uguaglianza difronte alla Legge. Un “grumo” di potere illiberale ed anti democratico che non ha avuto problemi ad allearsi con la mafia (volutamente minuscolo)”
Un “grumo” di potere – prosegue Scarpinato rivolto al Presidente del Consiglio – che nel valicare il passo tra prima e seconda Repubblica ha trovato una epifania nella fondazione stessa del partito cardine di tutto il centro-destra italiano.
E quanto alla sua dichiarata intenzione di mantenere una linea di fermezza contro la mafia, mi auguro che tale fermezza sia tenuta anche nei confronti della pericolosa mafia dei colletti bianchi, che va a braccetto con la corruzione. Anche se mi consenta di nutrire serie perplessità al riguardo tenuto conto che il suo governo si regge sui voti di una forza politica che ha tra i suoi soci fondatori un soggetto condannato con sentenza definitiva per collusione mafiosa che mai ha rinnegato il proprio passato, e che grazie al suo rapporto privilegiato con il leader del partito, continua a mantenere tutt’oggi una autorevolezza tale da consentirgli di dettare legge nelle strategie politiche in Sicilia”.
Più chiaro di così! Commenta Mattiello.