Zelensky a Washington. Come Churchill dopo Pearl Harbour
“Standing ovation” e “pioggia di applausi”, questi i termini con cui l’ ANSA ha descritto l’accoglienza del Congresso americano alla “visita storica” del presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky. Che è arrivato a Washington, aggiunge, “come Winston Churchill 81 anni fa pochi giorni dopo l’attacco del Giappone a Pearl Harbour. La prima visita del presidente ucraino all’estero in quasi un anno di guerra segna l’inizio di una nuova fase del conflitto contro la Russia e rinsalda l’alleanza con gli Stati Uniti. Con Joe Biden che annuncia un nuovo pacchetto di armi da quasi due miliardi di dollari, inclusi i Patriot. E assicura il sostegno a Kiev per tutto il tempo necessario, mentre il Cremlino – informa l’ANSA – reagisce con stizza avvertendo che non ci sarà alcun progresso sui colloqui di pace”.
Tutti sappiamo che cosa è in gioco qui
Per metter fine alle voci che nelle scorse settimane avevano accennato ad una sua presa di distanza dalle posizioni di Zelensky, il presidente americano gli subito ha assicurato “Non sarete mai da soli.. gli americani si oppongono ai bulli e lottano per la libertà”. E con gli americani tutto l’Occidente. “Non ho mai visto la Nato e l’Ue più unite di così”, ha spiegato sottolineando che non c’è nessun cedimento nel “sostegno e nella solidarietà” all’Ucraina. “Tutti sappiamo cosa è in gioco qui, era dalla Seconda Guerra Mondiale che un Paese europeo non veniva attaccato”, ha aggiunto.
Nessun compromesso
“L’anno che viene sarà piuttosto critico”, prevede Zelensky. Quanto ai missili “Patriot”, il regalo piú significativo ricevuto in questa occasione, “rafforzeranno significativamente la nostra difesa aerea”, ha detto, ringraziando il “Congresso per il sostegno bipartisan”. Tra gli aiuti non ci saranno, però, gli agognati Atacms, i super razzi a lungo raggio in grado di colpire fino a 300 chilometri quindi potenzialmente anche in territorio russo. “L’invio di Patriot non è un’escalation, sono sistemi difensivi”, ha voluto precisare Biden. E ai giornalisti che gli chiedevano che cosa avesse inteso dire dichiarando che gli USA sono “per una pace giusta” ha risposto: “è difficile dire cosa è una pace giusta. Per me come presidente una pace giusta è nessun compromesso sulla sovranità, sulla libertà e sull’integrità territoriale del mio paese”. E allora, che un Dio ci aiuti commentano qui di seguito Raniero La Valle, un credente, ma anche un filosofo non credente come Giovanni Lamagna (nandocan)
C’è ancora un Dio con noi?
di Raniero La Valle
Cari Amici,
stiamo per celebrare un Natale di guerra come non ce ne sono mai stati a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Certo, c’erano stati il Vietnam, il Golfo e la Jugoslavia, ma non furono tali da compromettere e devastare tutto ciò in cui avevamo sperato e per cui stavamo combattendo, o almeno non ce ne siamo resi conto. Ma questa guerra d’Ucraina sembra invece voler travolgere tutto, pace, ragione, amore per il prossimo, politica, Costituzioni, e il futuro stesso del mondo.
La sua conclusione appare lontana. Il negoziato, che potrebbe convenire alla Russia per uscire dalla catastrofe che le sta procurando una guerra incauta e sbagliata, è escluso invece dall’Ucraina. Questa, che per l’incondizionato appoggio della NATO, dell’Europa e di tutto l’Occidente, sente l’odore della vittoria, addirittura ha vietato il negoziato per legge. E sulla vittoria, incurante del sacrificio del suo popolo, è disposta a giocare tutto. I suoi capi da ultimo lo hanno detto in modo esplicito. Zelensky ha dichiarato: “Solo lo smantellamento delle capacità terroristiche russe, la liberazione di tutti i nostri territori e l’obbligo di rendere conto degli assassini porterà la pace”.
Podolyak: c’è un solo modo per porre fine alla guerra
A sua volta Mykhailo Podolyak (negoziatore ucraino, consigliere di Zelensky, uno dei rappresentanti dell’Ucraina ai negoziati di pace russo-ucraini ), il 12 dicembre ha scritto su twitter: “C’è solo un modo per porre fine alla guerra: sconfitte militari della Russia sul campo di battaglia + esaurimento dell’economia russa per le sanzioni + isolamento della Russia sui mercati mondiali + sabotaggio interno nella Federazione Russa = vittoria dell’Ucraina e ripristino della sicurezza globale” .
Sfidando il rischio della guerra mondiale
L’implicito progetto del rovesciamento di Putin realizzerebbe l’auspicio espresso a suo tempo da Biden a Varsavia, secondo il quale il presidente russo non poteva restare al potere.
Il pericolo di queste affermazioni sta nel fatto che esse, ponendo esplicitamente come obiettivo l’annientamento della Russia, non solo del suo sistema politico ma dello Stato stesso e del popolo, sfidano il rischio della guerra mondiale, ivi compresa la bomba atomica.
Se questi sono gli scenari, si può vedere qual è il grado di irresponsabilità cui siamo giunti e come sia grave che di fronte alle ultime esternazioni della classe dirigente ucraina nessun monito e nessuna riserva siano giunti da parte dei poteri politici e militari dell’Occidente, a cominciare da noi. Anzi ci si meraviglia perché i Russi continuano a bombardare l’Ucraina, cioè a fare la guerra in cui, chissà perché, muoiono “anche donne e bambini” e d’inverno fa freddo, se pur ancora essi non decidono di invadere Kiev. Ma allora in che mondo ci stiamo preparando a vivere se non a morire?
Solo un Dio ci può salvare
Tuttavia noi crediamo che il mondo non si può perdere e la stessa gravità della crisi ci riconduce al Natale, ci porta a ricorrere alla fede anche più tradizionale e a invocare la salvezza che viene da Dio, nonostante le idee moderne di salvezza, quelle che corrono oggi, in quest’età “post-teista”, e che fanno di Dio e del suo intervento per noi una bella favola del passato. Ma se Dio non può intervenire, se il “paradigma” della provvidenza è finito, e la laicità consiste nel fatto che dobbiamo cavarcela da soli, perché il Papa ci inviterebbe a pregare per la pace? Eppure è proprio la filosofia del Novecento che ci ha lasciato detto che ormai “solo un Dio ci può salvare”.
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
Ulteriore escalation della crisi ucraina.
di Giovanni Lamagna
Sono molto pessimista sul futuro del mondo; lo ero già prima, da quando il 24 febbraio scorso è scoppiato il conflitto in Ucraina; ma oggi lo sono diventato ancora di più.
Oggi è accaduta un’altra di quelle cose che da tempo avvalorano il mio pessimismo. La visita a Washington del Presidente ucraino Zelensky, ricevuto con tutti gli onori dal Presidente e dal Congresso americano, che gli hanno promesso ulteriori e ancora più massicci aiuti militari, è un segno inequivocabile che gli Stati Uniti intendono andare fino in fondo nello scontro coi Russi.
Ciò smentisce le recenti voci di un ammorbidimento delle posizioni americane in questa vicenda e del prevalere nell’Amministrazione statunitense di un orientamento verso una soluzione diplomatica del conflitto.
Ne va della faccia
Fino in fondo per me significa fino allo scontro totale, che veda direttamente impegnate Russia e Stati Uniti, nel caso (per me più che probabile) che la Russia non intenda ritirarsi dall’Ucraina, senza aver prima raggiunto i suoi obiettivi militari e politici; ne va oramai della sua faccia.
Gli Stati Uniti, con la mossa odierna, si sono spinti oltre una linea di confine dalla quale non potranno più tornare indietro, se non dopo aver costretto i Russi a ritirarsi dall’Ucraina. Se lo facessero perderebbero a loro volta clamorosamente la faccia e questo non possono assolutamente permetterselo, dati gli attuali equilibri internazionali.
Per questo temo che quanto è successo oggi rappresenti un ulteriore scivolata sulla china che porterà inevitabilmente (salvo accadimenti al momento del tutto imprevedibili) verso una escalation bellica, che prima o poi coinvolgerà direttamente (e non più solo indirettamente con il “semplice” invio di armi agli Ucraini) tutti i soggetti ora in campo.
Vedo nubi fosche, anzi nerissime, all’orizzonte; ho paura che solo un Dio potrà salvarci.
Attenzione !
di Massimo Marnetto
La congruità del lavoro – obbligo di accettazione dell’offerta entro gli 80 chilometri, a pena di revoca del reddito di cittadinanza – puntava ad evitare l’emigrazione. Ora questo principio è stato abolito. E così sempre più persone si sposteranno dal Sud al Centro-Nord. Dove il costo di alloggio e vitto è alto e uno stipendio base può permettere al massimo l’auto-sussistenza, non certo quella di una famiglia.
E così il Governo, nato al grido di Dio, Patria e Famiglia otterrà l’effetto opposto. Questi nuovi schiavi bestemmieranno ogni giorno per la loro miseria; odieranno lo Stato perché li ha condannati a sopravvivere tra caro gas e Caritas; e non avranno figli perché quelli se li può permettere solo chi ha un posto fisso. Questo svuotamento punitivo del Rdc è la fine della solidarietà sociale. E manda un messaggio sconvolgente: chi è povero, perché nato in una famiglia povera, diventerà più povero.
Attenzione: stiamo cospargendo il Paese di disperazione. Ed è infiammabile.
- Reader’s – 18/19 marzo 2023“L’economia è fatta di aspettative, e se si rompe il rapporto fiduciario tra risparmiatori e banche, beh allora non c’è assolutamente modo di rimettere le cose a posto, in tempi brevi e senza traumi”. Così oggi Piero Orteca su Remocontro. Ed è “patologicamente” vero almeno da quando la finanziarizzazione dell’economia ha separato e comunque posto in secondo piano il valore oggettivo e concreto di beni e servizi rispetto a quello atteso o immaginato dalle contrattazioni in borsa. Tanto che, come si ripete stancamente ma inutilmente da decenni, non esiste quasi più alcuna corrispondenza tra l’economia reale e quella trattata dalle banche. E’ il capitalismo “di cartone” che procede impavido condizionando pesantemente la politica, per lo più incurante della sorte di imprese e lavoratori. Altro che “politique d’abord”. / Cavia Ucraina: il riciclaggio degli armamenti al collaudo assassino (Ennio Remondino) / Stavolta Piantedosi ce la può fare (Massimo Marnetto)
- Reader’s – 17 marzo 2023Landini ci ha provato e ha fatto bene. Che a prendere l’iniziativa sia il segretario generale della CGIL è già una garanzia che almeno nelle intenzioni non si tratta di un restyling del vecchio PD, del tentativo cioè di rimettere insieme i cocci di una fusione fallita in partenza. Marnetto è pessimista, ma che Calenda si smarchi per la presenza di Conte e Conte sia tiepido per la presenza di Calenda era non solo ampiamente prevedibile ma anche comprensibile, se davvero si tratta di ricostruire una sinistra plurale ma coerente. Come si dice, errare è umano, perseverare diabolico. Se invece l’obbiettivo era più modestamente quello di accordarsi per l’opposizione a questo o quell’obbiettivo del governo Meloni, a cominciare dal presidenzialismo e dall’autonomia differenziata), allora sì, sarei d’accordo con lui, ma non aspettiamoci salti di gioia./ Un Medio Oriente libero dall’Occidente con più paci che guerre/ viaggio nell’inconscio
- Reader’s – 16 marzo 2023QUEL GIORNO IN VIA DEI VOLSCI. Il 16.3.78 fu rapito Moro. Io ero in un appartamento in Piazza dei Re di Roma. Il mio amico S. entrò nella mia stanza con una radio da cui proveniva la notizia.Era così inverosimile che cercai di immaginare come avesse fatto a imbastire quello scherzo, era un burlone…/La maggioranza del mondo che non pensa occidentale e la titolarità della pace (Michele Marsonet)
- Reader’s – 15 marzo 2023Riarmo forsennato per ammazzarci prima e meglio? Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha chiesto per il 2024, 842 miliardi di dollari. La Francia si appresta a rilocalizzare sul proprio territorio una ventina di produzioni industriali militari. Confermata la vendita Anglo-americana di sottomarini nucleari all’Australia. Ma la magia di metà secolo saranno i super sottomarini ancora allo studio: costo stimato nei prossimi tre decenni tra i 167- e 229 miliardi di euro /Massimo Recalcati: «Confini rafforzati e porti chiusi: così la nostra vita s’impoverisce»/Assemblea di Articolo21, Costante: «Il precariato è il più grande bavaglio all’informazione»
- Reader’s – 14 marzo 2023E’ possibile ingannare i poveri, dando loro la sensazione di volerli aiutare, ma ci vuole arte nel raggiro. Per esempio, come fa il Governo con la riforma fiscale allo studio. Strombazzare che si riducono le aliquote suona bene, perché sembra che si vogliano abbassare le tasse per tutti. E invece è il contrario, perché meno aliquote significa meno progressività. Ovvero allontanarsi dal principio previsto nella Costituzione per far pagare più tasse ai ricchi e meno ai poveri. /In seguito al rientro, annunciato da Roberto Speranza, di Articolo Uno nel PD, il numero due Arturo Scotto è entrato a far parte della Direzione nazionale. Ecco il suo intervento all’Assemblea nazionale /barchi in Italia ed Euro corruzione, trama di Mosca