Reader’s 21 settembre 2022 rassegna web

Leggo stamani su Vatican News che vi sarebbero già cinque morti e 75 feriti in Iran nelle proteste per la sorte della giovane Masha Amini, 22 anni, arrestata dalla polizia morale a Teheran per aver indossato in modo inappropriato il velo islamico e poi morta in ospedale tre giorni dopo per i maltrattamenti subiti. Nelle manifestazioni si chiede “l’abolizione della polizia per la moralità e la tutela dei diritti delle donne.

“Gli attivisti sostengono che Masha Amini abbia subito un trauma cranico durante la detenzione. La polizia iraniana ha respinto le accuse e ha avviato un’indagine. Sulla vicenda è intervenuta l’Onu, che ha espresso preoccupazione per la morte della ragazza e denunciato “la violenta repressione”, chiedendo un’inchiesta imparziale e indipendente.

“La morte di Masha ha suscitato critiche anche da parte di alti funzionari e di intellettuali iraniani nei confronti della polizia morale. In parlamento un deputato ha affermato che la polizia morale “causa danni al Paese”. Un altro parlamentare ha annunciato l’intenzione di proporre la completa abolizione di questa istituzione”.

Le “velate”

di Massimo Marnetto

I capelli delle donne vanno coperti perché sono belli e inducono gli uomini in tentazione. E si sa, un uomo eccitato perde lucidità e non si calma se non dopo un amplesso. Per evitare questo ”disordine”, il dio mussulmano (ma non solo) impone alle donne di coprirsi i capelli con un velo. Le donne più coraggiose – come Masha Amini – si ribellano e per questo vengono picchiate e uccise dalla Polizia Morale iraniana. Altre – altrettanto coraggiose – si tagliano i capelli, scendono in piazza per protestare e in cinque rimangono sull’asfalto colpite a morte. 

Di fronte a tanta ingiustizia, oppressione e violenza, voglio manifestare tutta la mia solidarietà alle donne obbligate a coprirsi i capelli alla vista degli uomini, a cui invece nessun dio chiede autocontrollo e rispetto. Ma invito le ”velate” anche a giocare d’astuzia. E a ricorrere ai Custodi della Moralità denunciando il loro intenso turbamento vedendo il naso degli uomini – con la sua protuberanza così sfacciatamente fallica – e chiedendo pertanto la copertura morale anche del volto dei maschi. Così dio è contento che nessuno si eccita e il velo lo portano tutti. O nessuno.


Guerra all’inflazione a comando Usa: la Fed americana alzerà i tassi e le altre banche centrali ad inseguire

Piero Orteca su Remocontro

Noi andiamo dove ci dicono di andare le Banche centrali dei Paesi finanziariamente più importanti. E tutte le Banche centrali inseguono, quasi obbligate, le mosse della Federal Reserve americana.
Cerchiamo di capire quello che oggi deciderà, a Washington, la Fed sapendo che il sopravvivere nel mondo economico occidentale, Europa compresa, si paga in dollari

Denaro sempre più caro

La Fed alzerà i tassi, questo è sicuro. Si parla di uno 0,75%. Anche se il Wall Street Journal riporta voci che azzardano addirittura il possibile incremento dell’1%. È, comunque, l’economia Usa a dettare i tempi e gli altri, a partire dall’Europa, si devono adeguare. La Fed alzerà i tassi e pubblicherà un “dot-plot”, una sorta di programma antinflazione, che verrà rigorosamente attuato nei prossimi mesi. “Persone che hanno familiarità con la questione” (espressione anglosassone convenzionale per esprimere un anonimato “autorevole”) hanno anticipato, secondo il Financial Times, che questa volta i “falchi” hanno sfoderato gli artigli. La stretta monetaria, insomma, sarà pesante e continuerà nel tempo “per raffreddare l’economia” e, aggiungiamo noi, anche la domanda interna, che ha fatto schizzare i prezzi di certe aree (come il carrello della spesa) a livelli che non si vedevano da 40 anni.

‘Raffreddare l’economia’, sperando non sia gelo recessione

Nonostante la terapia d’urto di Powell (adottata in ritardo) e i tassi al 2,50%, i risultati ottenuti finora sono inferiori alle attese: l’inflazione “core”, quella dura, è ben radicata. E per estirparla, già circolano voci di rialzi “monstre”, che nei primi mesi del 2023 potrebbero toccare le vette dell’Himalaya creditizio: il 4,5%.

Questo, matematicamente, significa una sola cosa: recessione. Con tutto il corredo di “danni collaterali”, dagli investimenti all’occupazione, che ne possono seguire. Pausa di riflessione. Ma se la Fed, con l’inflazione all’8,3% e i tassi al 2,50% oggi rialzerà questi ultimi di un altro 0,75%, la nostra Banca centrale europea che dovrà fare?

La BCE e la ‘Sindrome svedese’

A Francoforte sono in mezzo al guado. Hanno tenuto i tassi negativi per troppo tempo e si sono fidati ciecamente della “sindrome svedese“. Cos’è? A Stoccolma pensavano di avere scoperto l’acqua calda. A partire dal 2009 la loro Banca centrale (Riksbank) si era inventata un giochino “per favorire la crescita” (sulle spalle degli altri): tassi negativi sui depositi e mutui sotto zero. Cioè, il mondo sottosopra.

Sembra una barzelletta, ma i risparmiatori dovevano “pagare” per depositare i loro soldi. E gli investitori, al contrario, se chiedevano un prestito, lo ottenevano gratis con l’aggiunta di un “interesse”.

Questa gabbia di matti è andata avanti per un bel pezzo, fabbricando crescite fittizie e alimentando il potenziale asteroide inflattivo, che alla fine è veramente caduto sui mercati. Sterminando tutti (o quasi) i dinosauri politici ed economici. Solo fino a un paio di mesi fa l’Eurozona aveva tassi di riferimento negativi e inflazione “armonizzata” media oltre il 7 per cento.

Euro a rischio: per campare si paga in dollari

La Svezia, rosa da un’inflazione quasi al 10 per cento, ha rinnegato la sua filosofia monetaria, alzando i tassi fino all’1,75 per cento. Il problema per noi, però, è che il “board” di Francoforte e Cristine Lagarde hanno opzioni limitate, che dipendono, in buona sostanza, anche da come si muoverà la Federal Reserve. Se il “dot-plot” americano delineerà scenari di forte resistenza delle tensioni inflazionistiche, la Fed dovrà puntare ad alzare i tassi a livelli mai visti da oltre 40 anni. E la BCE la dovrà seguire, se non vorrà vedere l’euro strapazzato dal dollaro. Con tutto ciò che ne consegue, in termini di maggior aggravio per il bilancio dell’import europeo.

‘Recessione tecnica’ e quella reale

Il problema, per l’Eurozona, è che l’economia americana si può permettere una “recessione tecnica” perché ha fondamentali decisamente migliori di quelli europei. Pil, tasso di disoccupazione e la stessa inflazione conferiscono al sistema Usa maggiore flessibilità e garantiscono minori ripercussioni sul piano sociale, rispetto a ciò che potrà capitare in Europa. D’altro canto, i mercati ora pagano il pegno di una finanza allegra e senza criterio.

Dopo la Fed, domani saranno la Bank of England, la Swiss Bank e la Banca centrale di Norvegia ad alzare i tassi di almeno lo 0.50 per cento. Ormai è una corsa collettiva e contro il tempo, perché l’inflazione è sfuggita di mano a tutti, ma nessuno è in grado di elaborare modelli predittivi affidabili. I sistemi, quando diventano non lineari, hanno questa caratteristica: piccole variazioni possono amplificarsi, fino a dare risultati finali catastrofici. I mercati, oggi, sono complessi, imprevedibili e, quindi, ingovernabili.


La meraviglia e l’assurdo di esistere.

di Giovanni Lamagna

Effettivamente, come evidenzia Pierre Hadot nel suo “La filosofia come modo di vivere” (pag.176), per molti pensatori esistenzialisti (egli pensa soprattutto a Sartre e Camus) dopo la “morte di Dio” la vita non ha più un fondamento e quindi è diventata un assurdo. Ora questa conclusione è del tutto logica e giustificata, se andiamo in cerca di un fondamento metafisico, cioè di un fondamento che vada oltre la vita e che si ponga prima della vita.

E tuttavia le cose possono essere viste anche da una prospettiva diversa, tutta interna alla vita stessa: in questa prospettiva la vita ha un fondamento in sé stessa e, quindi, ritrova un senso.

Io voglio vivere perché un impulso vitale mi porta a voler vivere

Non ha bisogno di alcuna giustificazione: esiste e basta! Semmai sono portato a chiedermi come mai esista in me questo impulso. E qui in alcuni sopravviene il sentimento della meraviglia, dello stupore. In altri, come, ad esempio, in Sartre e Camus, quello dell’assurdo. Ma tali sentimenti non traggono origine dal pensiero filosofico, dall’aver trovato o meno un fondamento razionale, metafisico, quindi filosofico, alla vita in generale, bensì, piuttosto, dalla condizione esistenziale singolare della persona che li prova.

Addirittura la stessa persona, in fasi diverse della sua vita, può provare gli uni o gli altri: la meraviglia e, quindi la gioia, in certi momenti, addirittura, la felicità di esistere; o il dolore, perfino l’angoscia, e quindi l’assurdo di esistere.


Roberta De Monticelli– Invito al voto

VIDEO | | 0 | DI LIBERTÀ E GIUSTIZIA

Roberta De Monticelli – Invito al voto

“Ho molti amici che mi dicono che non andranno a votare. Cari amici, vorrei rivolgermi proprio a voi. Credo che come me voi siate attoniti di fronte alla sproporzione tra l’entità delle questioni che ci attorniano, dalla desertificazione di questa terra a una guerra nel cuore dell’Europa, e la meschinità della maggior parte dei protagonisti della campagna elettorale.

Credo però che non votare a queste elezioni significa spalancare la porta a quelli che sanno fin troppo bene che cosa vogliono: vogliono un’Italietta degli abusi, dei soprusi, dei condoni, dell’evasione, della corruzione. Che per di più, chiamano Patria”.


  • Reader’s – 8 giugno 2023 – rassegna web di nandocan magazine
    È saltata la diga sul Dnepr. La rovina che ne è derivata da un lato potrebbe ostacolare la controffensiva ucraina nella zona di Kherson, dall’altro potrà togliere l’acqua potabile alla Crimea russa, assetandola. Non si può dire perciò a chi giovi questa catastrofe, mentre essa colpisce tutti e due, come nel giudizio di Salomone fare a pezzi il bambino voleva dire toglierlo a tutte e due le madri. In ogni caso siamo all’avvelenamento dei pozzi, al “muoia Sansone con tutti i Filistei”, ai pozzi di petrolio incendiati dagli iracheni sconfitti nell’abbandonare il Kuwait nel 1991./La diga, le centrali nucleari e l’incubo Cernobyl (Rem) / Draghi e la guerra (Marnetto)
  • Reader’s – 7 giugno 2023 – rassegna web di nandocan magazine
    Anche “in Tunisia, la Meloni ha sperimentato la ”conferenza stampa – selfie”, cioè senza giornalisti”, commenta Marnetto.Passo dopo passo, anche i giornalisti si abitueranno all’idea di un governare sempre più disinvolto e meno democratico. D’altra parte, è quello che si aspettano i suoi elettori. O no? /‘Il mondo deve restare americano e gli europei sono avvertiti: con noi o contro di noi’, Enni Remondino, su Remocontro, riferisce sulle minacce di Robert David Atkinson, economista canadese-americano presidente della Information Technology and Innovation Foundation, think tank di politica pubblica con sede a Washington, ospitato su Limes./
  • Reader’s – 6 giugno 2023. Rassegna web di nandocan magazine
    La pace in Ucraina si raggiunge per fasi. La prima delle quali è sminare il conflitto dal fatalismo bellico, il sentimento per cui non ci sono alternative alle armi.La missione di Zuppi doveva essere quella di un emissario europeo, ma la Ue – in perfetta adesione alla Nato – ha preferito assecondare il concetto di vittoria. Invece il Vaticano vuole sparigliare e rompere (finalmente) l’immobilismo imbambolato delle pubbliche opinioni, prendendo iniziative e rischi. (Marnetto) /Covid, guerra e disuguaglianze, Occidente mangia Africa (Remocontro) /
  • Reader’s – 5 giugno 2023 – rassegna web di nandocan magazine
    I poveri e l’ideologia del merito. Merito deriva da merere, cioè guadagnare, da cui derivano anche mercede e meretrice. La meritocrazia è l’ideologia del merito che, come tutte le ideologie, prende una parola che ci piace e ci affascina, la manipola e la perverte. E così, in nome della valorizzazione di chi è meritevole e povero, l’ideologia meritocratica è diventata la legittimazione etica della diseguaglianza.Don Milani, di cui festeggiamo quest’anno il centenario, queste cose le sapeva molto bene. Sapeva che i suoi ragazzi di Barbiana non erano demeritevoli: erano soltanto poveri; non erano colpevoli, erano soltanto poveri.(Bruni) /L’Ue vota l’economia di guerra: «Fondi Pnrr per le armi». Dal welfare al warfare (Rem) /
  • Reader’s – 4 giugno 2023. Rassegna web di nandocan magazine
    L’Ucraina è pronta a lanciare la sua attesa controffensiva: lo ha affermato il presidente Zelensky in un’intervista al Wall Street Journal. «Crediamo fermamente che avremo successo», ha commentato il leader ucraino da Odessa. Zelensky ha riconosciuto la superiorità aerea russa e la mancanza di protezione da questa minaccia: «Significa che un gran numero di soldati morirà nell’operazione». «Ad essere onesti, può andare in vari modi, completamente diversi. Ma la faremo e siamo pronti». /Violenza sulle donne. Il problema riguarda solo gli uomini? (Lamagna) / Caro Massimo…(Lello Arena)
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