Reader’s – 21 maggio 2022 (rassegna web)

C’è qualcuno che lo fa, “qualcosa di sinistra”. Non lontano da noi, senza dover ricorrere a un banchiere neoliberista per tenere insieme una maggioranza in Parlamento. “Dopo il via libera del Bundesrat ora è ufficiale: dal 1 giugno viaggiare sui trasporti pubblici in Germania costerà solo 30 centesimi al giorno, praticamente gratis. Nove euro al mese per novanta giorni.

Una vera rivoluzione della mobilità di massa

“Innescata dalla tariffa sociale varata d’urgenza dal governo Scholz e rapidamente approvata da entrambi i rami del Parlamento. Obiettivo: alleg- gerire il caro-energia per 13 milioni di pendolari che ogni giorno si spostano sul territo- rio nazionale”.

“Chiunque utilizzi treno, metropolitana o bus contribuisce in modo rilevante a rendere il Paese indipendente dalle forniture energetiche russe, mentre ci permette di compiere un altro importante passo sulla strada della neutralità cli- matica» è la ragione del maxi-sconto riassunta dal ministro dei Trasporti, Volker Wissing (Fdp)”.

“Costo del provvedimento: 2,5 miliardi di euro già accantonati nel bilancio federale all’inizio del mese.
Servirà in parallelo anche a rilanciare il turismo nella Germania trasformata d’ufficio e improvvisamente nella mecca europea delle vacanze low-co- st. Il ticket «9×90» sarà acqui- stabile da chiunque attraverso la biglietteria on-line o la App di Deutsche Bahn già a partire da lunedì prossimo.


Comuni prigionieri di guerra?

Si chiede Remocontro nel commentare la cronaca della giornata di ieri in Ucraina. Venerdì sera la Russia ha dichiarato concluso l’assedio dell’acciaieria Azovstal, il grande sito industriale dove per settimane centinaia di soldati ucraini, principalmente del discusso battaglio Azov, hanno resistito agli attacchi dell’esercito russo.

Secondo la Russia, in tutto dall’acciaieria Azovstal si sono arresi 2.439 soldati, anche se è impossibile verificare questo numero da fonte indipendente.

Amnesty Italia: «I prigionieri di Azov processati sono protetti dal diritto internazionale. Non possono essere portati in Russia e vanno restituiti a Kiev finita la guerra».
«Eventuali processi per crimini di guerra all’Aja»

Nel corso dell’ultima settimana, man mano che gli ucraini si arrendevano, i media russi hanno pubblicato video e foto che li mostrano caricati su autobus e portati via. «È difficile ora capire cosa succederà ai soldati ucraini, che sono prigionieri di guerra: non è escluso che saranno al centro di uno scontro diplomatico tra Russia e Ucraina», annota il Post.

Uno scambio di prigionieri ma non soltanto, con la possibilità per la Russia, in grave crisi di consensi internazionali, di sottolineare l’accusa di neonazismo rivolta sia ai vertici politici ucraini che a quel battaglione di militanti della svastica, queste almeno le origini, che ha poi arruolato nel suo esercito.

«Leggi internazionali pertinenti»

Anche Putin si è espresso sui prigionieri: «Saranno trattati secondo gli standard delle leggi internazionali pertinenti». Già, ma quali? La partita orrenda ma politicamente strategica dei ‘crimini di guerra’. Chi li decide, chi li punisce, che eventualmente li grazia.

La legge internazionale è la terza Convenzione di Ginevra, che prevede che i prigionieri di guerra siano trattati «con umanità», e, in teoria, i prigionieri di guerra non possono essere processati dal paese che li detiene per aver partecipato ai combattimenti, a meno che non siano sospettati di aver commesso crimini di guerra, come per esempio l’uccisione indiscriminata di civili.

Secondo Amnesty Italia: «I prigionieri di Azov vanno processati all’Aja». Secondo la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, i soldati ucraini che non hanno bisogno di cure saranno condotti in un’ex colonia carceraria della città di Olenivka, nella regione di Donetsk.

Fonti ucraine precisano che si tratterebbe della Colonia penale numero 52, «una delle più temute prigioni russe nei territori occupati», scrive Eleonora Martini sul Manifesto.


L’ala dura della politica russa, leggo ancora su Remocontro, propone di considerare quei prigionieri come «criminali nazisti», quindi “organizzazione terroristica”, a impedire uno scambio di prigionieri.

«Ora, i soldati del battaglione Azov, di storica fede nazista, potrebbero essere giudicati in un tribunale di Donetsk? Rischiano la pena di morte? Di quali capi di imputazione potrebbero essere accusati?»

Amnesty International Italia

Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia che nel 2016 aveva investigato sui crimini commessi da quel battaglione durante la guerra del Donbass, spiega: «Come prigionieri di guerra, non possono subire un processo da un tribunale di un soggetto nazionale non riconosciuto. Hanno commesso crimini durante la guerra del 2014 sì, ma per quei crimini possono essere processati solo da un tribunale ucraino. Sarebbe un arbitrio farlo altrove, in Russia o nei territori ora occupati».

Non un bis di Guantanamo

«Come era un arbitrio da parte degli Usa considerare Guantanamo fuori dalla protezione dalla Convenzione di Ginevra, anche il processo che sta terminando in Ucraina contro il soldato russo – anche se in questo caso egli viene accusato di un singolo omicidio – non trova grande legittimità perché è un processo istituito in tempo di guerra con poche garanzie per il diritto di difesa. Bisognerebbe affidare tutto al Tribunale penale internazionale».

In Russia la pena di morte è soggetta ad un moratoria, precisa Noury. «Il pericolo perciò – conclude – è che, dati i tempi, potrebbero essere emanate disposizioni per ripristinarla». Appositamente per i prigionieri di Azovstal.


  • Reader’s – 2 giugno 2023 – rassegna web di nandocan magazine
    Il bluff del “nuovo secolo americano”.Se finisce il bluff del “morire per l’Ucraina”, finisce anche il bluff, o l’illusione, del “nuovo secolo americano” e dell’Impero globale dominato dagli Stati Uniti, che non dovevano essere superati, ma nemmeno eguagliati, come dicono, da alcuna altra Potenza. Possiamo così sperare che il conflitto in Europa si concluda prima che il suo contagio si diffonda o degeneri in una guerra mondiale, secondo l’avvertimento che viene dal Kosovo.Ma per noi è troppo poco che questa guerra finisca, innescando magari un lungo periodo di guerra virtuale e di “competizione strategica” fino alla “sfida culminante” con la Cina, come minacciano i documenti sulla “Strategia nazionale” degli Stati Uniti. Dobbiamo invece uscire dal sistema di dominio e di guerra e passare a un’altra idea del mondo, come un  mondo di mondi diversi in relazione tra loro, fondato sulla pace, sulla cura della Terra e sulla dignità di tutte le creature.(La Valle)/Dal Maghreb alla Tunisia siccità devastante: fame o fuga (Orteca) / Popolo e patria (Lamagna)
  • Reader’s – 1 giugno 2023 (speciale)
    Il mio ricordo di don Lorenzo Milani nel centenario della nascita. Non un profilo biografico, ce ne sono tanti in giro. Quello che segue è un un ricordo personale di due incontri con lui e di una stagione straordinaria e indimenticabile della città in cui sono cresciuto.
  • Reader’s – 31 maggio 2023
    PD. Una segreteria omogenea non basta senza riformare radicalmente il partito. Ci vorrà del tempo per superare ostacoli e resistenze, ma il segnale doveva essere dato subito, mentre al suo interno il PD “è rimasto sostanzialmente la vecchia struttura divisa in correnti ereditata dal “renzismo”, rammenta oggi alla Schlein l’ex presidente della regione toscana Enrico Rossi /PD. Accordi e progetto (Marnetto) /Droni su Mosca, l’avvio simbolo della controffensiva ucraina (Remocontro) /Social network, intelligenza artificiale e giornalismo: il 5 giugno corso di formazione in Fnsi (FNSI) /Bisogna mettere in conto gli imprevisti (Lamagna)
  • Reader’s – 30 maggio 2023
    Con zelo degno di miglior causa, la grande stampa si affretta ad attribuire a una segretaria fresca di nomina l’insuccesso alle recenti amministrative. Trascurando il particolare che altro è guidare un partito al governo e altro all’opposizione. / Effetto Elly per la sconfitta alle amministrative? No, il PD paga ancora l’effetto Renzi. Ovvero un partito indefinito non fuori (alleanze), ma dentro (obiettivi). Come se ne esce? (Marnetto) / Sono disposti gli americani a sacrificare per l’impero? Questo uno degli interrogativi chiave del nostro tempo. La domanda su Limes e le risposte ragionate di Federico Petroni in una non facile sintesi senza nostri tradimenti, speriamo. / L’importanza e la verità dei miti (Lamagna)
  • Reader’s – 29 maggio 2023. Rassegna web di nandocan magazine
    Domenica da morituri, su Rai3. Fazio saluta a esequie avvenute; Annunziata dopo le dimissioni è spacciata; e neanche Augias e Zanchini stanno tanto bene. /F16 all’Ucraina, non ‘l’arma miracolosa’: riciclo dell’usato a ripristino Usa e spese europee (Remocontro) /Lettera aperta a Fausto Bertinotti (Lamagna)



%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: