Newsletter n. 108 del 18 marzo 2023
Fuori dall’inferno
Raniero La Valle per Costituente Terra
Cari amici,
Ha ragione la destra di governo quando dice che di tragedie del mare per numero di morti e mancati salvataggi ce ne sono state ben più gravi prima di quella di Cutro, e sotto la responsabilità di altri governi. Ma i fenomeni non si misurano a peso, tra cause ed effetti quasi mai tornano i conti.
Sabotaggio del Consiglio di Sicurezza
La guerra d’Ucraina è più piccola di molte altre guerre passate ed in corso, ma i suoi effetti sulla storia del mondo saranno incommensurabilmente maggiori, a cominciare dal sabotaggio del Consiglio di Sicurezza che Putin non potrebbe raggiungere grazie all’oltraggio del mandato di arresto internazionale spiccato contro di lui che di fatto glielo vieta.
La strage di Cutro e quella subito replicata sotto le coste libiche questo hanno di diverso dalle altre, che il loro impatto sull’opinione pubblica e il sommovimento che hanno prodotto nella coscienza, nel pensiero e negli atti di tutti, dal popolo della riva al presidente della Repubblica, dalle forze politiche alle pagine dei giornali, dal Parlamento ai palinsesti televisivi, sono stati tali che l’intero problema delle migrazioni da allora ha cambiato natura.
Il problema delle migrazioni ha cambiato natura
Tutte le diagnosi, le parole, le risposte politiche, le contromisure che sono state avanzate fin qui, sono diventate inadeguate e improponibili: dal patto scellerato con i libici ai porti chiusi di Salvini, dalla persecuzione delle ONG ai vani appelli all’Europa, dalle buone intenzioni di “aiutarli a casa loro” alla mitica e cinica idea di “regolare i flussi” per avere braccia da sfruttare e servi adatti ai lavori che gli Italiani disdegnano di fare.
È cambiato il problema perché proprio l’unica risposta che non era ammessa, che sembrava impossibile e tale da essere impronunciabile a voler restare in partita nel confronto politico e sul mercato elettorale, è diventata l’unica adeguata e anche l’unica vera, ossia quella che inevitabilmente prevarrà nel lungo periodo:
l’apertura delle frontiere, la via aperta agli esodi collettivi, i fornitori del servizio di trasporto non più esecrabili come “trafficanti di uomini”, il riconoscimento e l’effettivo esercizio dello “ius migrandi” e del diritto di mettere dovunque radici, , che è stato il primo diritto umano universale attribuitosi dall’Occidente e teorizzato da Francisco de Vitoria all’alba della modernità per legittimare la sostituzione etnica degli Spagnoli agli Indios “scoperti” in America.
La “ sostituzione etnica”
La “ sostituzione etnica” è precisamente l’abominio che con veemenza da comizio Giorgia Meloni aveva promesso di scongiurare nella sua campagna elettorale, forse il peggiore dei suoi impegni che le ha valso il mandato a governare conferitole da rarefatti votanti
Oggi, per dire “ho la coscienza a posto” dopo il naufragio di Cutro, la presidente del Consiglio non può più scambiare le migrazioni con l’invasione, invocare la “difesa dei confini” e il blocco navale, promettere di difendere l’integrità della Nazione osando l’iperbole dell’arresto degli scafisti in tutto l’orbe terracqueo. Il mondo in cui fascisti e no potevano ancora dire queste cose non c’è più, non è il mondo reale.
L’ultima alternativa al meticciato sono i genocidi
I nazionalismi sono divenuti obsoleti non grazie alle democrazie virtuose, ma perché non ci sono più le Nazioni nel senso di “Dio, patria, famiglia”, non c’è più uniformità di lingue e di sangue; le politiche identitarie sono sicuri fattori di guerra, come nel Donbass o nel Kurdistan, e l’ultima alternativa al meticciato sono i genocidi, come è successo agli Indiani americani, agli Armeni, agli Ebrei e succede ora col popolo dei migranti.
La sostituzione etnica è la modalità attraverso cui si è formato il mondo che conosciamo, e attraverso cui si conformerà il mondo che verrà, del quale ignoriamo tutto come mai è stato nella storia. Il mondo dei prossimi decenni non riusciamo nemmeno a immaginarlo: i mari che si alzano, il clima che è saltato, l’intelligenza artificiale, l’uomo robotizzato, le migrazioni di massa (59.965.888 censiti dieci anni fa, oggi oltre 100 milioni), l’età del post-teismo, l’esito della “competizione strategica” programmata da Biden tra Stati Uniti, Russia e Cina, la fine che farà il progettato Impero americano, sempre chenon ci si metta di mezzo la guerra mondiale e l’atomica.
Governare i processi
Se vogliamo continuare ad abitare il mondo com’è, dobbiamo governarne i processi, non interdirli e rovesciarli con titanismi e violenza. Senza sostituzione etnica non ci sarebbe l’America che amiamo, anzi le due Americhe, e nemmeno l’Europa, e la Lombardia dei Longobardi, e gli Angli evangelizzati da papa Gregorio, e nemmeno il cristianesimo (“Yo soy cristiana”) che è stato diffuso tra “le Genti” e ne ha ibridato e convertito le storie.
Oggi non si potrebbe lasciar scrivere a papa Francesco un’enciclica come “Fratelli tutti” se i fratelli non potessero incontrarsi, scambiarsi, accogliersi a vicenda, vivere insieme oltre le differenze di lingue, religioni, territori e culture, così come non si potrebbe pensare a un mondo ricomposto nella sua unità e salvaguardato da un ordinamento costituzionale per tutta la Terra, senza che il pluralismo e lo scambio tra i popoli siano riconosciuti e preservati nell’”armonia delle differenze”.
Quest’anno, 2023, può essere l’anno della svolta
Quest’anno, 2023, può essere l’anno della svolta se, come ha scritto il gesuita Felice Scalia ricordando Italo Calvino, sapremo “cercare e sapere riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno”. Aprire le porte e il cuore ai migranti è sottrarre all’inferno, intanto loro, e poi anche noi.
Nel nostro sito pubblichiamo un articolo di Gaetano Azzariti sull’abbandono del ripudio costituzionale del “flagello” della guerra, uno di Domenico Gallo sulle ultime offese alla giustizia, un articolo di Antonio Mazzeo sulla mobilità militare promossa dalla UE e dalla NATO. Nel sito “La biblioteca di Alessandria” è stato inserito un testo di Moreno Biagioni sullo sviluppo del movimento pacifista fra utopia e realtà, in Italia e non solo.
Con i più cordiali saluti,
Costituente Terra (Raniero La Valle)
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La Corte dell’Aja e il mandato di cattura contro Putin
Michele Marsonet su Remocontro
La Corte penale internazionale, con sede all’Aia. Stato giuridico e poteri confusi e spesso raccontati a convenienza delle parti. La Corte ha competenza complementare a quella dei singoli Stati, e può intervenire solo se gli Stati non possono (o non vogliono) agire per punire crimini internazionali.
La Corte penale internazionale non è un organo dell’ONU e non va confusa con la ‘Corte internazionale di giustizia’ delle Nazioni Unite, anch’essa con sede all’Aia ma rifiutata praticamente da tutte le ‘Grandi potenze’ (Stati Uniti, Cina, Russia).
Diventata nota nella gestione giudiziaria del dopo guerre balcaniche, la Corte è stata spesso oggetto di forti critiche rispetto alla ricerca oggettiva dei crimini commessi da tutte le parti in guerra. L’attualità con Michele Marsonet

‘Atti simbolici’ a forzatura di parte
La Corte Penale Internazionale de L’Aja ha preso una decisione e che ha suscitato grande scalpore, con molto incerti effetti concreti. Ha infatti emesso un mandato di cattura internazionale nei confronti del presidente russo Vladimir Putin.
Teoricamente il presidente russo potrebbe essere arrestato in uno dei tanti Paesi (oltre 100) che riconoscono la Corte olandese. Una decisione forte, per i crimini commessi dalle truppe di Mosca in Ucraina. La stessa accusa per Milosevic, leader serbo, morto in carcere prima di una sentenza di colpevolezza. Per Putin, in particolare, l’accusa di deportazione in Russia di bambini della nazione invasa.
La relativa autorità della corte
Moltissime sono le nazioni che riconoscono l’autorità della Corte, ma è quanto meno curioso notare che tra esse non figurano gli Stati Uniti, la Repubblica Popolare Cinese, l’Ucraina e la stessa Federazione Russa. Com’era lecito attendersi le reazioni al mandato di cattura sono variegate e non certo unanimi. L’entusiasmo negli Usa non è completo, dal momento che molti esponenti dell’opposizione repubblicana, ivi incluso Ron DeSantis, manifestano dubbi circa l’appoggio completo all’Ucraina del presidente Biden,
Giurisprudenza a lettura politica Occidentale
E pure nella Ue l’entusiasmo non è scontato. Alcuni Paesi membri, infatti, manifestano perplessità poiché preferirebbero un approccio meno duro, temendo che il conflitto possa allargarsi all’intera Europa e spingere la Federazione Russa ad usare le armi nucleari.
Il problema reale, tuttavia, è un altro. La contrapposizione netta con la Russia viene vista con favore solo in Occidente, coinvolgendo per l’appunto gli Stati Uniti e i loro alleati come Ue, Giappone, Canada, Australia, Giappone e pochi altri. Si tratta pertanto di uno schieramento quasi esclusivamente occidentale.
Corte molto poco internazionale
Nel resto del mondo (e quindi nella maggioranza dei Paesi che fanno parte dell’Onu) esso non è condiviso. Xi Jinping ha subito confermato la sua visita ufficiale a Mosca dopo la decisione della Corte de L’Aja. Sulla medesima lunghezza d’onda si trova l’India di Narendra Modi, che non ha mai condannato Putin per l’invasione dell’Ucraina né approvato le sanzioni.
Stesso discorso vale per la stragrande maggioranza delle nazioni africane e dell’America Latina, anch’esse “neutrali” nei confronti dell’invasione.
Sentenze e schieramenti
Il senso è dunque chiaro. Da una parte c’è il blocco occidentale, che è in minoranza dal punto di vista demografico. Dall’altra si colloca il resto del mondo, che non solo non deplora ufficialmente l’invasione, ma dimostra pure insofferenza per i discorsi occidentali sul rispetto dei diritti umani.
Questo fa presagire per il futuro una contrapposizione sempre più netta tra il blocco a guida americana da un lato, e dall’altro tutti coloro che puntano a ridimensionare l’egemonia Usa per dare vita a un nuovo ordine mondiale. Dal che si deduce che Vladimir Putin non corre molti rischi di essere arrestato. Gli basta un po’ di cautela, evitando i viaggi in nazioni politicamente vicine agli Stati Uniti.
Bigné
di Massimo Marnetto

Vado a comprarmi i bignè in centro e mi metto a guardare quelli che corrono la Maratona di Roma. C’è la signora longilinea bionda, che ha una bella falcata, ma le guance rossissime. Il gruppo di amici è di quelli che partono facendosi le battute e ora stanno tutti zitti e sudati a masticare la fatica. Arrivano dei ragazzi paralizzati distesi su delle sedie con grandi ruote e amici che li spingono: applaudiamo tutti. Mi avvicino a due anziani che parlottano. Capisco che fanno pronostici su chi passa. ”Questo è spompato, n’antro chilometro e scoppia”. ”Guarda sta gnappetta (signora non proprio alta) come corre…”. Arrivo all’imbocco di Piazza Navona e li è facile riconoscere i podisti stranieri, perché appena gli si apre la piazza, strabuzzano gli occhi.
Anch’io ho provato a fare la maratona.
In ufficio, un collega lucano piccolino e robusto – noto per correre la 100 chilometri del Passatore ogni anno – convinse un gruppo di noi a tentare l’impresa. Ci impose un ritmo di allenamenti massacrante. E trattava malissimo chi non obbediva ai suoi ordini. Da personcina garbata e sorridente in ufficio, nella preparazione si trasformava nel Sergente Hartman di Full Metal Jacket. La cosa più tremenda erano la ripetute: scatti di 100 metri, da ripetere dopo una pausa di un minuto, per 10 volte. E’ lì che sorgeva spontanea la domanda: ma chi me lo fa fare?.. Ma il ragioniere Hartman sembrava leggerti il pensiero e ti alitava sul muso: ”con questa fiacca, ti fermerai al primo bar a mangiare cornetti…”.
In effetti, mi fermai al Km. 22 nonostante il passo rotondo, ma era come se mi fosse finita la benzina. In effetti, mi ero rifiutato di mangiare le 10 crostatine vecchie e schifosissime che ci aveva ordinato di ingozzarci il giorno prima. Mi ricordo ancora come mi fissò, quando appena ritiratomi vidi il suo viso fluido, deformato dal sudore negli occhi. C’era nel suo sguardo un misto di disprezzo e delusione. Non disse niente, mi guardò solo per 10 secondi, mentre il muscoli della mascella pulsavano, e se ne andò.
Ho preso dei bellissimi bignè, ma al forno per mitigare la trasgressione. Mi piaceva correre, ma ogni età ha le sue gioie.
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Meglio il turismo calmo
L’introduzione di un biglietto d’ingresso al Pantheon offre l’occasione per riflettere sulla politica turistica a Roma e – in generale – nelle città d’arte. Che sono sempre più oppresse dalle visite mordi-e-fuggi. Riserverei l’ingresso gratuito nei grandi monumenti solo a chi soggiorna almeno tre notti con una ”long stay card”. Invece, i turisti amanti dei soli selfie invidiogeni pagherebbero un biglietto, magari ridotto se hanno già visitato una meta fuori dal turismodotto Colosseo-Vaticano-Pantheon.
Questa soluzione sarebbe un modo per incentivare il turismo calmo (”esperienziale”), che le bellezze italiane meritano: deconcentrare i flussi a vantaggio di altri siti bellissimi ma disertati; accogliere i turisti con strutture adeguate (oggi al Pantheon mancano i bagni); garantire fondi importanti per la sofferta manutenzione dei beni culturali. E infine – ma non per importanza – per assumere giovani con contratti a tempo indeterminato.
Talenti e investimenti

di Giovanni Lamagna
Ogni essere umano – come è a tutti evidente – ha sue caratteristiche specifiche.
A certi livelli potremmo parlare persino di un suo carisma o, addirittura, in certi casi, di suoi molteplici carismi.
A partire da questo/i, ognuno di noi può sviluppare una sua personalità speciale, unica, originale, diversa da tutte le altre.
Si tratta, allora, per ognuno di noi innanzitutto di individuare, riconoscere il suo proprio carisma particolare; potremmo chiamarlo anche il suo daimon.
E poi lavorarci sopra, per farlo emergere, svilupparlo, affinarlo.
Perché (anche questo è vero!) non basta possedere un carisma, ovverossia dei talenti.
Questi vanno poi investiti (con applicazione, ingegno e anche con qualche rischio) e non “nascosti per paura sottoterra”, perché possano dare frutto e realizzare la nostra personalità potenziale.
Altrimenti, col tempo, sono destinati fatalmente a svalutarsi, a deprezzarsi, se non addirittura a volatilizzarsi del tutto.
Come ci insegna la famosa e saggia parabola evangelica (Matteo; 25; 14-30).
- Reader’s – 30 maggio 2023Con zelo degno di miglior causa, la grande stampa si affretta ad attribuire a una segretaria fresca di nomina l’insuccesso alle recenti amministrative. Trascurando il particolare che altro è guidare un partito al governo e altro all’opposizione. / Effetto Elly per la sconfitta alle amministrative? No, il PD paga ancora l’effetto Renzi. Ovvero un partito indefinito non fuori (alleanze), ma dentro (obiettivi). Come se ne esce? (Marnetto) / Sono disposti gli americani a sacrificare per l’impero? Questo uno degli interrogativi chiave del nostro tempo. La domanda su Limes e le risposte ragionate di Federico Petroni in una non facile sintesi senza nostri tradimenti, speriamo. / L’importanza e la verità dei miti (Lamagna)
- Reader’s – 29 maggio 2023. Rassegna web di nandocan magazineDomenica da morituri, su Rai3. Fazio saluta a esequie avvenute; Annunziata dopo le dimissioni è spacciata; e neanche Augias e Zanchini stanno tanto bene. /F16 all’Ucraina, non ‘l’arma miracolosa’: riciclo dell’usato a ripristino Usa e spese europee (Remocontro) /Lettera aperta a Fausto Bertinotti (Lamagna)
- Reader’s – 29 maggio 2023. Rassegna web di nandocan magazineSono gli stessi ragazzi raccontati come sfaticati, quelli che mentre i governanti tagliano boschi e cementificano le aree alluvionali, asfaltando anche sentieri più sentieri, si pongono il dubbio del futuro, del loro futuro. Sono quelli che mentre il ceto politico del Paese affastella condoni e altre forme di costruzioni assurde, ponti inutili e opere faraoniche, getta vernice lavabile per dire al mondo: ci siamo anche noi. E mentre sale l’onda mediatica del disprezzo per azioni simboliche per il bene comune di tutti, crescono i silenzi sulle cause dello sfacelo italiano, ribadisco: sfacelo culturale, amichettistico, ambientale, affaristico. / MELONI: “Libereró la cultura dal potere intollerante della sinistra”(Squizzato) / Statue di fango (Marnetto) /Le uniche regole a cui dovrebbe obbedire la nostra coscienza.(Lamagna)
- Reader’s – 27 maggio 2023Personaggi in vetrina.I colleghi che mi hanno conosciuto in RAI in tempi remoti, a cominciare da quelli del Tg2 come Sergio Criscuoli, sanno quanto il tema da lui indicato nel titolo che segue mi sia familiare. Aggiungo allora una mia breve considerazione ai commenti pubblicati in questi giorni sull’uscita dall’azienda di “personaggi televisivi ad alto indice di gradimento”. Una lunga esperienza mi dice che la popolarità di questi ultimi si raggiunge molto difficilmente, per non dire mai, senza meriti professionali ma neppure in assenza di una carriera, breve o lunga che sia, affidata al compromesso con metodi e sistemi oggii variamente esecrati…/RAI: uomini, donne, stagioni e “costituzione materiale” (Criscuoli) / La madonnella degli evasori (Marnetto) /La mafia all’ombra della guerra. Timori Usa sull’intraprendenza dei servizi segreti ucraini (Remocontro) / Noi e la vecchiaia (Lamagna)
- Reader’s – 26 maggio 2023ANCHE LA DESTRA OCCUPA LA RAI. Lo sapevamo. L’occupazione della RAI da parte del governo di destra, con la nomina dei nuovi vertici delle testate giornalistiche (gli altri seguiranno a scala), era soltanto questione di tempo. Questo infatti prevede la riforma Renzi, che affida tutti i poteri a un A.D. indicato da Palazzo Chigi, aggravando ulteriormente quella lottizzazione politica da parte dei partiti di maggioranza che è storia di sempre.Per l’Usigrai le nomine di ieri sono “inaccettabili e senza prospettiva” / INTANTO (Marnetto) / Venti anni di armi italiane in Medio Oriente e Nord Africa (Remocontro)