Il caso Donzelli
di Massimo Marnetto
Ma un’informazione ”sensibile” è segreta o no? In Italia tutto è vago, affinché la responsabilità non si consolidi mai. Così quando il Ministro Nordio spiega in aula la natura delle rivelazioni di Donzelli qualificandole ”sensibili”, in realtà fa melina. Dice e non dice, ribadisce ma rimanda, non si nasconde ma svicola.
Un bell’esercizio di slalom che non risolve il caso Donzelli, il responsabile organizzativo di FdI cha in un intervento dionisiaco ha accusato i parlamentari del PD di aver fatto ”visite solidali” a terroristi e mafiosi in 41 bis, tanto da chiedere ai colleghi di rinnovare il patto di fedeltà allo Stato.
Per la prima volta l’assertiva Meloni è in difficoltà, tace o traccheggia. Quando la delusione corrode l’amicizia è dura per tutti.
Incoerenza

Roberto Seghetti su Fb
L’incoerenza del governo Meloni giustificherà la disparità di trattamento nell’Ue: perché dovrebbero starci a sentire quando in Europa chiediamo di non favorire i più ricchi (Germania) nel liberalizzare i sostegni di Stato alle industrie, se è esattamente quello quello che le destre vogliono fare in Italia, lasciando più fondi Irpef a Lombardia e Veneto, ricche regioni del Nord, a discapito delle meno abbienti del Sud? Vedi alla voce autonomia differenziata.
Altra perquisizione FBI in una casa di Biden (come con Trump). America politica tra caos e guerra

da Remocontro
Usa, inchiesta sulle carte segrete di Biden: Fbi perquisisce anche la sua casa al mare in Delaware. Gli agenti – dopo essere entrati nella sua abitazione a Wilmington e al Penn Biden Center dopo il ritrovamento di altre carte nel suo ufficio di Washington – sono entrati senza preavviso nella sua casa a Rehoboth Beach. Nessun documento classificato è stato trovato ma il colpo politico scuote il Paese che con sempre nuove armi all’Ucraina si muove sempre più pericolosamente verso la guerra con la Russia.
O una clamorosa operazione di ‘Distrazione di massa’ a coprire qualche azzardo in cantiere, o l’epilogo sperato da molti di un ‘dopo Biden’ dopo l’addio definitivo a Trump.
Come con Trump, ma qualcosa non torna
«Nel rispetto delle procedure standard del dipartimento di Giustizia, nell’interesse della sicurezza ed integrità dell’operazione, questa perquisizione è stata condotta senza un avviso pubblico e noi abbiamo accettato di collaborare». Così Bob Bauer, l’avvocato personale del presidente, ha reso noto che gli agenti dell’Fbi hanno perquisito la casa al mare di Joe Biden a Rehoboth Beach, in Delaware, nell’inchiesta sui documenti classificati. Una perquisizione, ha precisato il legale, «che viene condotta dal dipartimento di Giustizia con il pieno sostegno e collaborazione del presidente».
Il controllore controllato
La notizia di ieri, che riporta la perquisizione effettuata dall’FBI in un’altra casa del Presidente Biden, pone nuovi seri interrogativi. L’indagine è stata disposta dall’Attorney General, Merrick Gerland, e riguarda la storia dei documenti classificati conservati ‘per ricordo’. Cioè, la stessa ipotesi di reato che ha già interessato Donald Trump, oggetto anche lui (e con più clamore) di un’irruzione della polizia federale a Mar-a-Lago. Un’inchiesta analoga è stata aperta anche per l’ex vice di Trump, Mike Pence, che si è autodenunciato, dicendo di avere inavvertitamente trattenuto ‘carte sensibili’. Per Biden si tratta della quarta perquisizione, dopo quelle subite al Penn-Biden Center, a Wilmington e a Rehoboth. Ma il vero problema dal punto di vista istituzionale, è che il Presidente degli Stati Uniti in carica, viene sottoposto a indagine dal Ministro della Giustizia (Garland), che lui stesso ha nominato.
Insomma, per dirla chiaramente, si configura un caso nel quale, il politicamente “controllato” (il Ministro) dovrebbe controllare, giudiziariamente, il suo “controllore” (cioè, il Presidente).
Tra guerra e presidenziali
Situazione, a dir poco, scomoda, se non proprio perdente, dal punto di vista dell’opinione pubblica. Perché è già partita la campagna elettorale per la Casa Bianca 2024. Per ora la lotta è fratricida, almeno in campo Repubblicano. Ma non è che i Democratici stiano meglio, dato che sono in molti in quel partito, a non voler assolutamente sentir parlare di un secondo mandato per Joe Biden. Questa cronica incertezza in politica interna, si riflette anche su una “foreign poliicy” zigzagante e quasi inaffidabile. Una politica estera dove i cambiamenti di strategia, come quelli sull’Ucraina, seguono le paturnie umorali dello Studio Ovale. Non è, però, che la situazione domestica sia più confortante.
Troppi soldi in armamenti
I fondamentali dell’economia sono buoni, ma l’inflazione resta troppo alta, rispetto alla potenza di fuoco finora sfoderata dalla Federal Reserve. C’è però la grande incognita del debito federale complessivo (un fantascientifico 31 trilioni di dollari) e quello del finanziamento del budget annuale, che comporta una revisione al rialzo del ‘tetto del deficit’. Per evitare il parziale ‘shutdown’ di diverse agenzie governative, c’è bisogno di trattare con i Repubblicani, che alle elezioni di Mid term hanno riconquistato la Camera. Ma la strada è in salita, perché gli Stati Uniti sono un Paese spaccato in due. Anzi, sarebbe il caso di dire, ‘a fratture multiple’, viste le contraddizioni e gli scontri feroci che animano la loro politica interna. E siccome la sfera politica è sempre lo specchio di una società, allora bisogna chiedersi se la crisi delle istituzioni americane, non sia, anche, l’altra faccia di un malessere sociale dilagante.
Miti (e valori) svaniti
Il mito della ‘frontiera’ è svanito e, oggi, la patria di Abramo Lincoln è diventata una grande democrazia malata, in cui convivono, mischiandosi confusamente, ispirazioni idealistiche surreali e una vetusta, ma ancora avida, etica del capitalismo. Gli studi fatti dai maggiori think-thank, ci dicono che le elezioni spesso vengono vinte da chi riesce a raccogliere più fondi e donazioni. C’è una catena che lega i grandi collettori di risorse per le campagne elettorali, i network televisivi, la carta stampata e i social media. Essendo i due grandi blocchi di consenso, quello liberal e quello conservatore, abbastanza blindati, il voto viene sempre determinato dalla grande “palude di mezzo”, cioè dagli indecisi. Per questo, chi spende di più (e compare con grande frequenza) quasi sempre vince.
Democrazia di mercato, più soldi più voti
E per questo, paradossalmente, nella più importante democrazia del mondo, a determinare spesso i destini della società sono coloro che possono gettare, sul piatto della bilancia, più dollari. I primi sondaggi, sulle nomination per il 2024, dicono che in casa repubblicana sarà un duello Trump contro DeSantis. Mentre tra i Democratici, per intuire l’aria che si respira, il giovane Segretario ai Trasporti, Pete Buttigieg, precede addirittura Biden.
Casa Bianca dopo Biden e senza Trump
Come scrive il giornale on line “Issues and Insights”, i prossimi mesi saranno duri per l’attuale inquilino della Casa Bianca. Dovrà rispondere a molte domande, sui rapporti di suo figlio Hunter con l’Ucraina e sulle accuse, avanzate dagli avversari politici, di avere ‘favorito’ la sua carriera e i suoi affari. Così l’«anatra zoppa», come viene definito un Presidente americano con mezzo Congresso contro, rischierà la paralisi definitiva. Perché, a molti Democratici, un candidato ottuagenario, stizzoso, con problemi cognitivi e qualche scheletro nell’armadio, non piace proprio.
Così come, più di metà del Partito repubblicano, non vede l’ora di togliersi quell’ingombrante attaccabrighe di Trump dai piedi. No, probabilmente, nel 2024, vedremo facce diverse a Pennsylvania avenue. Almeno, questa è la nostra speranza.
Quando ancora si chiamava Albo

L’Ordine dei Giornalisti compie 60 anni e io, professionista dall’ottobre del 1963, sono uno dei primi iscritti. Quando ancora si chiamava Albo.
’60 anni dell’Ordine, le sfide del futuro e il dovere della verità’: il 3 febbraio incontro a Roma
Appuntamento dalle 10.30 alla Biblioteca nazionale con, fra gli altri, il ministro Carlo Nordio, il costituzionalista Giovanni Maria Flick, la vicepresidente del Parlamento Ue Pina Picierno, il viceministro Francesco Paolo Sisto, il sottosegretario Alberto Barachini.
- Reader’s – 18/19 marzo 2023“L’economia è fatta di aspettative, e se si rompe il rapporto fiduciario tra risparmiatori e banche, beh allora non c’è assolutamente modo di rimettere le cose a posto, in tempi brevi e senza traumi”. Così oggi Piero Orteca su Remocontro. Ed è “patologicamente” vero almeno da quando la finanziarizzazione dell’economia ha separato e comunque posto in secondo piano il valore oggettivo e concreto di beni e servizi rispetto a quello atteso o immaginato dalle contrattazioni in borsa. Tanto che, come si ripete stancamente ma inutilmente da decenni, non esiste quasi più alcuna corrispondenza tra l’economia reale e quella trattata dalle banche. E’ il capitalismo “di cartone” che procede impavido condizionando pesantemente la politica, per lo più incurante della sorte di imprese e lavoratori. Altro che “politique d’abord”. / Cavia Ucraina: il riciclaggio degli armamenti al collaudo assassino (Ennio Remondino) / Stavolta Piantedosi ce la può fare (Massimo Marnetto)
- Reader’s – 17 marzo 2023Landini ci ha provato e ha fatto bene. Che a prendere l’iniziativa sia il segretario generale della CGIL è già una garanzia che almeno nelle intenzioni non si tratta di un restyling del vecchio PD, del tentativo cioè di rimettere insieme i cocci di una fusione fallita in partenza. Marnetto è pessimista, ma che Calenda si smarchi per la presenza di Conte e Conte sia tiepido per la presenza di Calenda era non solo ampiamente prevedibile ma anche comprensibile, se davvero si tratta di ricostruire una sinistra plurale ma coerente. Come si dice, errare è umano, perseverare diabolico. Se invece l’obbiettivo era più modestamente quello di accordarsi per l’opposizione a questo o quell’obbiettivo del governo Meloni, a cominciare dal presidenzialismo e dall’autonomia differenziata), allora sì, sarei d’accordo con lui, ma non aspettiamoci salti di gioia./ Un Medio Oriente libero dall’Occidente con più paci che guerre/ viaggio nell’inconscio
- Reader’s – 16 marzo 2023QUEL GIORNO IN VIA DEI VOLSCI. Il 16.3.78 fu rapito Moro. Io ero in un appartamento in Piazza dei Re di Roma. Il mio amico S. entrò nella mia stanza con una radio da cui proveniva la notizia.Era così inverosimile che cercai di immaginare come avesse fatto a imbastire quello scherzo, era un burlone…/La maggioranza del mondo che non pensa occidentale e la titolarità della pace (Michele Marsonet)
- Reader’s – 15 marzo 2023Riarmo forsennato per ammazzarci prima e meglio? Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha chiesto per il 2024, 842 miliardi di dollari. La Francia si appresta a rilocalizzare sul proprio territorio una ventina di produzioni industriali militari. Confermata la vendita Anglo-americana di sottomarini nucleari all’Australia. Ma la magia di metà secolo saranno i super sottomarini ancora allo studio: costo stimato nei prossimi tre decenni tra i 167- e 229 miliardi di euro /Massimo Recalcati: «Confini rafforzati e porti chiusi: così la nostra vita s’impoverisce»/Assemblea di Articolo21, Costante: «Il precariato è il più grande bavaglio all’informazione»
- Reader’s – 14 marzo 2023E’ possibile ingannare i poveri, dando loro la sensazione di volerli aiutare, ma ci vuole arte nel raggiro. Per esempio, come fa il Governo con la riforma fiscale allo studio. Strombazzare che si riducono le aliquote suona bene, perché sembra che si vogliano abbassare le tasse per tutti. E invece è il contrario, perché meno aliquote significa meno progressività. Ovvero allontanarsi dal principio previsto nella Costituzione per far pagare più tasse ai ricchi e meno ai poveri. /In seguito al rientro, annunciato da Roberto Speranza, di Articolo Uno nel PD, il numero due Arturo Scotto è entrato a far parte della Direzione nazionale. Ecco il suo intervento all’Assemblea nazionale /barchi in Italia ed Euro corruzione, trama di Mosca