Reader’s – 2 dicembre 2022. Rassegna web

Dal Centro per la Riforma dello Stato scelgo oggi questo articolo di Massimiliano Smeriglio, una delle poche voci, anche nel suo stesso partito, il PD, consapevoli della necessità, per l’Italia e l ‘Europa, di impegnarsi molto più di quanto hanno fatto finora per avviare una trattativa di pace o almeno di tregua alla guerra in Ucraina. Purtroppo l’invio di armi confermato di recente dal parlamento va in tutt’altra direzione. A seguire, Le armi non finiscono mai. Gli ucraini invece sì, il testo della lettera inviata da Raniero La Valle agli amici di Chiesa di tutti chiesa dei poveri (nandocan)

Non dismettiamo la funzione diplomatica

di Massimiliano Smeriglio

Articolo pubblicato su “il manifesto” del 25.11.2022.

Nell’ultima seduta plenariaria dell’Europarlamento ho espresso il mio voto favorevole a tre risoluzioni su assistenza finanziaria immediata a Kiev per 18mld di Euro; solidarietà all’opposizione democratica in Bielorussia; disconoscimento dei passaporti rilasciati dai russi nelle regioni occupate di Ucraina e Georgia. Solo per ricordare le ultimissime tra le tante scelte fatte, sempre a sostegno della popolazione ucraina. Mentre ho espresso voto contrario alla risoluzione che riconosce la Russia come stato sponsor del terrorismo perché ciò assume, ai miei occhi, un significato diverso, un salto di qualità pericoloso. Questo per ribadire che non ho dubbi su aggrediti e aggressori, sulle responsabilità e i massacri delle truppe di occupazione russe. I dubbi, casomai, riguardano la strada da prendere per uscirne.

La risoluzione è peraltro ispirata da un’iniziativa dell’Assemblea NATO, riunitasi la settimana scorsa a Madrid, in cui si è affermato che «lo Stato della Russia, con il suo regime attuale, è uno Stato terrorista».

Ma L’Unione e il Parlamento europeo non sono la NATO, non sono un’alleanza militare, ma organismi democratici che possono e devono giocare un ruolo di fermezza, mantenendo sempre aperti i canali diplomatici. Dire che la Russia è sponsor del terrorismo significa tagliare tutti i ponti. Ad esempio, dovremmo cacciare l’ambasciatore russo a Roma o vietare i voli di compagnie russe? La stessa risoluzione, inoltre, dichiara la propria inadeguatezza quando invita gli Stati nazionali ad adeguare i propri standard giuridici a questa novità tutta politica. Novità perché l’Europa sin qui aveva indicato persone o gruppi come terroristi, ma mai gli Stati. E mentre per i crimini di guerra esistono tribunali e procedure certe in questo caso non si capisce come dovremmo rendere operativa questa decisione.

Accade così che mezz’ora dopo l’approvazione di tale risoluzione, il presidente francese Macron ha annunciato a mezzo stampa che avrà un contatto diretto con Putin nei prossimi giorni. I negoziati del resto si fanno con i nemici. E la preoccupazione di chi si è opposto alla risoluzione, rimane come arrivare a un cessate il fuoco cioè, appunto, a una tregua che permetta a chi oggi è sotto le bombe di tornare a respirare.

Esiste un’area di dissenso e di dubbio rispetto alle scelte che si stanno portando avanti al Parlamento europeo. È un’area composta da circa 150 parlamentari tra chi ha votato no, chi si è astenuto e chi NON ha ritirato la scheda di voto.
Rispetto i colleghi che hanno votato a favore. Invidio le certezze granitiche, ma ribadisco: pur avendo chiare le responsabilità della guerra e dell’invasione, ritengo che in questo modo si corra verso il disastro. Il rischio è che resti in campo la sola opzione militare.

Peraltro, se mai dovesse riaprirsi un dialogo, a questo punto difficilmente potrebbe essere l’Ue a svolgere un ruolo di mediazione, perché questa risoluzione induce un salto di qualità enorme nell’allontanare qualsivoglia relazione con la Russia. Al punto 5, la risoluzione approvata invita addirittura «l’Ue e i suoi Stati membri ad agire per avviare un isolamento internazionale completo della Federazione russa». Per me un errore che lascerebbe il campo diplomatico a Cina e Turchia.

E in questo senso torna centrale il tema di quale ruolo debbano svolgere l’Unione e il Parlamento europeo. Di quale strategia politica e diplomatica vogliamo dotarci. Quali obiettivi debba perseguire la nostra assemblea democratica, sovrana ed autonoma. Sempre che si mantenga l’ambizione di dare dignità e forza alle istituzioni comunitarie nel nuovo contesto geopolitico.

Da ultimo, ieri mattina insieme agli altri parlamentari che si sono espressi contro la risoluzione abbiamo subito un atto grave di intimidazione: sulle porte dei nostri uffici, dentro il Parlamento europeo, abbiamo trovato dei manifestini con scritto “With my votes I support terrorist” e l’immagine della faccia di Putin insanguinata. La presidente Metsola ha espresso la sua vicinanza e a dichiarato che si attiverà immediatamente per identificare i responsabili. Siamo contenti di aver ricevuto la solidarietà dei nostri colleghi. La dialettica democratica, la libera espressione del pensiero, non possono in nessun modo, soprattutto in una aula parlamentare, essere messi in discussione.

Continueremo a fare il nostro lavoro a fianco del popolo ucraino, come abbiamo fatto oggi votando tutte le risoluzioni a sostegno di Kiev, senza smettere di ricercare tutte le strade possibili per avvicinare il cessate il fuoco.

*Massimiliano Smeriglio è un europarlamenare indipendente eletto nelle liste del PD, Coordinatore della Commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento europeo.


Le armi non finiscono mai. Gli ucraini invece sì.

di Raniero La Valle, 1 dicembre 2022*

Cari Amici,
mentre nell’azione di governo i “valori dell’Occidente” appaiono in via di estinzione, in nome dei “valori dell’Occidente” governo e Parlamento si apprestano a mandare altre armi all’Ucraina. Questo vuol dire che la guerra non finirà mai perché, come dice Lucio Caracciolo, America Russia e Cina si sono messe d’accordo di non usare l’arma atomica e perciò, data questa garanzia, la guerra può continuare all’infinito.

Chiunque vincesse, una tragedia senza pari

Infatti una guerra può finire o con un negoziato, o con la vittoria o perché finiscono le armi, o perché finiscono i soldati. Nel nostro caso il negoziato è escluso da Zelensky, e la Russia, che pur ne avrebbe bisogno per la catastrofe che le sta procurando una guerra incauta e sbagliata, ci deve rinunziare. Con la vittoria non può finire, perché nessuno ne è capace e chiunque vincesse, perderebbero tutti e si innescherebbe una tragedia senza pari.

Ma se non finiscono le armi, saranno gli Ucraini a finire.

Quanto alle armi, all’Ucraina non possono finire, perché l’America e tutto l’Occidente ne rimpiazzano continuamente gli arsenali, mentre Ursula von Der Leyen, Stoltenberg e tutto il corteggio dei loro seguaci non fanno altro che attizzare l’odio per la Russia, necessario per la guerra ad oltranza. Ma se non finiscono le armi, saranno gli Ucraini a finire. E continuare la guerra finché non finiscono gli Ucraini, a quali “valori” corrisponde? Che valori sono quelli per i quali si manda a morire un popolo intero sull’altare di un sacrificio i cui officianti si gloriano della loro laicità, per i quali l’icona del condottiero si innalza su città distrutte, bambini uccisi, eserciti decimati, speranze infrante, per i quali senza esclusione di colpi si combatte la lotta tra “democrazie” e “autocrazie”?

I valori dell’occidente

Dovremmo avere qualche remora ad appellarci ai valori dell’Occidente, non solo per il loro cattivo uso, ma perché proprio nell’affermarli, essi si dissolvono. Essi sono fatti consistere nella loro superiorità e differenza rispetto a quelli dell’Oriente, e anzi del resto del mondo. E ciò succede fin da quando si sono messi a confronto con quelli delle Indie appena scoperte, dei “popoli della natura” contro “i popoli dello spirito”, secondo le classifiche di Hegel. Dovrebbero essere invece i valori dell’universalità, che quando si rivendicano come propri, antagonisti ed esclusivi, proprio allora in quello stesso istante si perdono.


I valori semplicemente umani

Dovrebbero essere infatti i valori semplicemente umani: quelli per i quali padre Balducci diceva che chi aveva bisogno di un cristiano per completare la serie delle rappresentazioni sul proscenio delle culture non lo cercasse, perché non era che un uomo, e Alberto Einstein costretto ad emigrare negli Stati Uniti, scrisse: razza umana, sul formulario che alla dogana gli chiedeva di denunciare di che razza fosse, e Kant affermava che gli eserciti sono in se stessi, ancor prima del loro uso, minaccia agli altri popoli.


Ci viene promessa una guerra infinita

Essi intanto sono valori in quanto non rinnegano e non discriminano nessuno, non il nemico, non i paria, alla cui condizione Biden vuole ridurre i Russi. Ci sarebbe un modo invece per finire la guerra: non mandare più armi e in contropartita chiedere alla Russia di congelare le sue, e allora la guerra si esaurirebbe da sé. Ma purtroppo questa ipotesi è ben lontana dal potersi realizzare, ed è per questo che ci viene promessa una guerra infinita.

Ma fino a quando?


Nel sito pubblichiamo un articolo di Domenico Gallo sull’invito alla guerra da parte dei Parlamenti dell’UE e della NATO.
Un cordiale saluto,

*www.chiesadituttichiesadeipoveri.it – Newsletter n.285 del 1 dicembre 2022


Lezione

di Massimo Marnetto

Al banco di frutta e verdura del mercato aspetto il mio turno. La signora anziana prima di me porge la carta per pagare. Il banchista (correttamente) prende il pos e conclude in un attimo il pagamento ”a contatto”. Attacco bottone e le faccio i complimenti per la disinvoltura con cui ha usato la carta, ”alla faccia di chi dice che le persone siano spaventate dall’uso del denaro digitale!”. 

”Scherza?! – mi fa con prontezza – Io prima dovevo prendere i soldi, cercare gli spicci, controllare il resto, con il borsellino nell’altra mano. Una fatica. Con la carta, tutto questo fastidio è finito. E poi – aggiunge un po’ sottovoce, avvicinandosi – diciamocelo pure: i soldi sono poco igienici” (ride). Bella lezione di praticità.


FORUM DISUGUAGLIANZE E DIVERSITÀ

Oggi 2 dicembre dalle 11:00 alle 11:30 il webinar di Attiviamo energie positive “Cop27: giustizia ambientale e sociale“. Intervengono Vittorio Cogliati Dezza e Rossella Muroni. Per seguire la diretta basterà andare sul sito di www.attiviamoenergiepositive.it o sulle pagine social di Facebook, Twitter e Linkedin di Produzioni Dal Basso. La diretta resterà disponibile sotto forma sia di video che di podcast.

3 DICEMBRE – FIRENZE E ONLINE / 5 DICEMBRE – ONLINE

Un gruppo di organizzazioni impegnate nella difesa degli spazi di democrazia attraverso attività di ricerca, consulenza e di attivismo civico, insieme alla Scuola Capitale Sociale, invita i cittadini, gli attivisti, le associazioni della società civile e tutti coloro che hanno a cuore lo strumento del dibattito pubblico ad approfondire il tema insieme a professionisti ed esperti del settore in un evento online il prossimo 5 dicembre alle 18:00

ISCRIVITI ALL’EVENTO

5 DICEMBRE – ROMA

Le oltre 700 realtà sociali, sindacali e del volontariato cattolico, tra cui il Forum Disuguaglianze e Diversità, che animano il percorso “Non per noi ma per tutte e tutti” lanciato dalla Rete dei Numeri Pari si danno appuntamento al 5 dicembre per la giornata di mobilitazione nazionale “Organizziamoci contro il carovita” in cui in oltre 20 città ci saranno delle assemblee territoriali. Tra queste anche l’assemblea romana che si terrà alle 17:00 presso la sala Tobagi della Federazione Nazionale della Stampa Italiana. 

PER SAPERNE DI PIU’6 DICEMBRE – BENEVENTO- FERRARAIl 7 dicembre alle 17:00 “L’eresia di Enrico Berlinguer“, presso la Sala conferenze della Cgil di Ferrara, piazza G. Verdi 5 (primo piano). Dialogano: Fabrizio Barca (coordinatore del Forum Disuguaglianze Diversità) e Fiorenzo Baratelli (Istituto Gramsci Ferrara). Modera: Veronica Tagliati(segretaria Cgil Ferrara).Copyright © 2019 Forum Disuguaglianze Diversità, All rights reserved.
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  • Reader’s – 5 giugno 2023 – rassegna web di nandocan magazine
    I poveri e l’ideologia del merito. Merito deriva da merere, cioè guadagnare, da cui derivano anche mercede e meretrice. La meritocrazia è l’ideologia del merito che, come tutte le ideologie, prende una parola che ci piace e ci affascina, la manipola e la perverte. E così, in nome della valorizzazione di chi è meritevole e povero, l’ideologia meritocratica è diventata la legittimazione etica della diseguaglianza.Don Milani, di cui festeggiamo quest’anno il centenario, queste cose le sapeva molto bene. Sapeva che i suoi ragazzi di Barbiana non erano demeritevoli: erano soltanto poveri; non erano colpevoli, erano soltanto poveri.(Bruni) /L’Ue vota l’economia di guerra: «Fondi Pnrr per le armi». Dal welfare al warfare (Rem) /
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    Il mio ricordo di don Lorenzo Milani nel centenario della nascita. Non un profilo biografico, ce ne sono tanti in giro. Quello che segue è un un ricordo personale di due incontri con lui e di una stagione straordinaria e indimenticabile della città in cui sono cresciuto.
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