Reader’s – 19 febbraio 2023 rassegna web

Domani alle ore 11 si terrà a Roma, in Campidoglio, la Conferenza stampa di Europe for Peace che annuncerà e illustrera la mobilitazione in Italia e in Europa per chiedere, ad un anno dall’invasione russa, la riapertura di negoziati di pace per l’Ucraina.

Sono già 50 le città con iniziative confermate in Italia (tra cui Roma, Milano, Torino, Napoli, Bari, Palermo, Cagliari, Firenze, Bologna…). Ma anche in tutta Europa le iniziative sono numerose: oltre 20 appuntamenti in Germania (tra cui Berlino, Francoforte, Amburgo) e Spagna (tra cui Barcellona, Madrid, Siviglia) e PortogalloPiù di 15 gli eventi confermati anche in Francia (compresa Parigi) e mobilitazioni programmate anche a Londra, Bruxelles e Vienna. (le città in Italia e all’estero coinvolte dalle iniziative sul portale di Europe for Peace)

Tutte le iniziative si inseriscono nel solco delle richieste di Pace già condivise in occasione della grande Manifestazione Nazionale di Roma con oltre 100.000 partecipanti dello scorso Novembre:

“Le guerre e le armi – è scritto nell’appello di Europe for Peace – puntano alla vittoria sul nemico ma non portano alla pace: tendono a diventare permanenti e a causare solo nuove sofferenze per le popolazioni. Bisogna invece far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa. Non esiste guerra giusta, solo la pace è giusta. La guerra la fanno gli eserciti, la pace la fanno i popoli”.

La pace è la vittoria di cui abbiamo bisogno, e per questo abbiamo bisogno al più presto di un cessate il fuoco, di un negoziato, di misure concrete verso il disarmo nucleare.

“Nel nostro Paese le iniziative collettive prenderanno il via con la Marcia per la Pace notturna straordinaria da Perugia ad Assisi la sera di giovedì 23 febbraio, culminando simbolicamente a Roma nel pomeriggio di sabato 25 febbraio con l’evento promosso dalla coalizione nazionale: una fiaccolata di Pace che si concluderà al Campidoglio”. Se io non sono ancora in grado di partecipare, invito a farlo tutti gli amici di nandocan, a cominciare dai più giovani.

La rassegnazione al peggio che purtroppo non è difficile rilevare nelle cronache giornalistiche va combattuta manifestando in massa ovunque è possibile contro i rischi di un escalation (nandocan)


Il Giappone sta riarmando contro la costituzione pacifista

da Remocontro

Il paese, divenuto pacifista dalla catastrofe della guerra mondiale e dalle due bombe atomiche americane, ora, proprio su spinta Usa (e Nato), ha approvato una riforma che raddoppia la spesa militare, ‘con grosse conseguenze’, avverte il Post

Riforma storica e discutibile

Dopo decenni trascorsi ad applicare una politica estera pacifista, il governo di Tokio ha deciso di riarmarsi. Il primo ministro Fumio Kishida ha pubblicato tre nuovi documenti sulla difesa che modificano completamente l’assetto militare e strategico del paese con un forte aumento della spesa per la difesa, nuove capacità militari, acquisto di missili a lungo raggio. E finisce in archivio parte della costituzione imposta dalle potenze vincitrici secondo cui «Il Giappone non riconoscerà il diritto alla belligeranza e non saranno mai mantenute forze terrestri, marine e aeree né qualsiasi altro potenziale bellico». Evidentemente, il garante chiave di quegli impegni solenni, gli Stati Uniti, concordano e consentono all’alleato che è la terza economia del mondo, tra loro Usa e la Cina che li minaccia nel primato.

Una nazione veramente pacifista?

Giappone uscito dalla Seconda guerra mondiale sconfitto sul piano militare e devastato su quello materiale. Non solo per le due bombe atomiche sganciate nell’agosto del 1945, ma soprattutto per la distruzione che la guerra portò in tutto il paese, sottolinea Guido Alberto Casanova. «Meno conosciuti delle vicende di Hiroshima e Nagasaki sono i bombardamenti incendiari che gli Alleati fecero sulle altre città del Giappone. Yokohama, Nagoya, Osaka, Kobe, Shizuoka furono in buona parte rase al suolo. I bombardamenti su Tokyo uccisero oltre 100.000 persone in una sola notte. Durante la battaglia di Okinawa circa la metà dei civili sull’isola morì».

Il militarismo, la missione imperialista, l’espansionismo aggressivo e lo stesso sistema politico autoritario uscirono distrutti dalla resa incondizionata del paese. E la costituzione del 1947, durante l’occupazione statunitense, era legate a quelle tragedie vissute ancora sulla pelle della popolazione.

La Costituzione ‘interpretata’

Nessun emendamento della costituzione ma molte ‘interpretazioni’. Oggi il Giappone possiede delle Forze di autodifesa -‘Jieitai’ o con l’acronimo inglese di SDF- che non possono definirsi forze armate ma che sono ugualmente incaricate di difendere la sicurezza e l’integrità del paese. Nell’ultimo decennio questa continua reinterpretazione ha cambiato velocità man mano che il panorama regionale in cui si trova il Giappone si è fatto sempre più instabile.

Lo sviluppo dell’armamento nucleare nordcoreano, la modernizzazione militare cinese e infine lo scoppio della guerra in Ucraina hanno cambiato radicalmente il modo in cui il paese percepisce il proprio posto in Asia orientale.

Ipotesi guerra Usa-Cina

In un ipotetico conflitto tra Cina e Stati Uniti nello stretto di Taiwan, per il Giappone sarebbe impossibile non essere coinvolto dal momento che ospita sul proprio territorio numerose basi militari statunitensi. Ma ora, questa prospettiva, da possibilità remota diventa un’opzione possibile. E ora ‘ giapponesi sostengono l’idea che il paese si debba riarmare per difendersi dalle minacce esterne

La riforma della difesa

La riforma delle Forze di autodifesa giapponesi, prima sugli armamenti. Dal 1976 il paese ha mantenuto le spese militari entro l’1 percento del PIL. A dicembre 2022 il governo giapponese ha deciso che la spesa militare andrà aumentata fino al 2 percento in cinque anni. Da 27,5 mila miliardi a 43 mila miliardi di yen  neri cinque anni (da 194 miliardi a 303 miliardi di euro), a portare il paese al ruolo di terza potenza anche militare dopo Stati Uniti e Cina, per entità del budget. Per l’anno fiscale che inizierà ad aprile, più 26,3 percento di spesa militare rispetto all’oggi.

Dalla difesa al contrattacco

Capacità di contrattacco con un arsenale di missili di precisione a lunga gittata, capaci di colpire in profondità nel territorio di un paese ostile (come Cina o Corea del Nord) per metterne fuori uso il potenziale militare offensivo o le infrastrutture strategiche. Il Giappone non ha mai posseduto armamenti di questo tipo e, oltre all’acquisto previsto di 500 missili Tomahawk Usa, prevede di svilupparne di propri. L’alleanza con gli Stati Uniti rimane il pilastro della difesa ma la caduta di Kabul all’invasione dell’Ucraina, suscitano timori. E Tokio estende i suoi rapporti strategici con Australia e Regno Unito.

Prossima potenza militare?

Il processo di riarmo deve fare i conti con grossi limiti in un paese già molto indebitato, afflitto dal calo demografico e incapace di far ripartire la crescita economica. L’alternativa è che il governo aumenti la pressione fiscale sui cittadini per sostenere questa spesa, ma si tratta di una decisione politicamente delicata. In più, le Forze di autodifesa non hanno abbastanza personale. Le autorità stanno cercando di rendere la carriera militare più accattivante ma la competizione sull’offerta di lavoro delle aziende private è decisamente perdente sia in termini di sostanza che di prestigio sociale.


La fine di un amore

di Giovanni Lamagna

Nel libro “La luce delle stelle morte” (2022 Feltrinelli) a pag. 34 Massimo Recalcati così scrive: “Mentre nell’amore l’amante scava una mancanza nell’Altro, la fine di un amore coincide con la fine di questa mancanza: Non gli manco piùNon le manco più.

La mia esperienza è un po’ diversa. Per me l’amante non scava nessuna mancanza nell’Altro; la mancanza preesiste, già c’è, quando arriva l’amante. La mancanza è strutturale nel soggetto che si innamora, che incontra un amante: nessuno si innamorerebbe mai, se non ci fosse in lui/lei un vuoto da riempire. Semmai l’amante promette (non tanto – o non solo – con le parole, ma già con la sua sola presenza/esistenza) di riempire, colmare questo vuoto, questa mancanza. Ed è tale promessa che fa germogliare prima l’innamoramento e poi maturare l’amore.

Succede, infine, molto spesso (non sempre, ma spesso), che questa promessa venga in parte (o addirittura in toto) tradita. Allora chi è “caduto in amore” (“falled in love”), chi si è innamorato, chi si è illuso che la sua mancanza fosse stata in parte o in toto colmata dall’arrivo/presenza dell’amante, avverte di nuovo questa mancanza. E si predispone così (fatalmente) ad un nuovo amore, nel senso che desidera nuovamente che la mancanza che lo abita venga ancora una volta riempita.

L’amore finisce quando e perché la promessa implicita in ogni amore viene in qualche misura, più o meno grande, tradita. Non perché io non manco più al mio amante o lui/lei non manca più a me.

Semmai è lui/lei o, meglio, la promessa implicita, che era contenuta nel suo amore, che non mi mancano più, quando prendo consapevolezza che essi non potranno più riempire la mia mancanza. Quando mi libero dell’illusione che spesso (per non dire sempre) è contenuta nell’innamoramento.Quando cioè cade (definitivamente) la maschera che nascondeva la falsa immagine della persona di cui mi sono innamorato. Quando comprendo definitivamente che egli/ella non potrà riempire il vuoto che mi aveva portato a desiderarlo e a innamorarmi di lui/lei.

In altre parole, quando finisce un amore, non è la mancanza che viene meno, come dice Recalcati. Ma è, semmai, il pieno che quella mancanza aveva colmato. Per un periodo più o meno breve o più o meno lungo; illusoriamente o realmente: questo è del tutto secondario rispetto alla dinamica fondamentale, che mi pare caratterizzi indistintamente tutti gli innamoramenti e tutti gli amori.


  • Reader’s – 18/19 marzo 2023
    “L’economia è fatta di aspettative, e se si rompe il rapporto fiduciario tra risparmiatori e banche, beh allora non c’è assolutamente modo di rimettere le cose a posto, in tempi brevi e senza traumi”. Così oggi Piero Orteca su Remocontro. Ed è “patologicamente” vero almeno da quando la finanziarizzazione dell’economia ha separato e comunque posto in secondo piano il valore oggettivo e concreto di beni e servizi rispetto a quello atteso o immaginato dalle contrattazioni in borsa. Tanto che, come si ripete stancamente ma inutilmente da decenni, non esiste quasi più alcuna corrispondenza tra l’economia reale e quella trattata dalle banche. E’ il capitalismo “di cartone” che procede impavido condizionando pesantemente la politica, per lo più incurante della sorte di imprese e lavoratori. Altro che “politique d’abord”. / Cavia Ucraina: il riciclaggio degli armamenti al collaudo assassino (Ennio Remondino) / Stavolta Piantedosi ce la può fare (Massimo Marnetto)
  • Reader’s – 17 marzo 2023
    Landini ci ha provato e ha fatto bene. Che a prendere l’iniziativa sia il segretario generale della CGIL è già una garanzia che almeno nelle intenzioni non si tratta di un restyling del vecchio PD, del tentativo cioè di rimettere insieme i cocci di una fusione fallita in partenza. Marnetto è pessimista, ma che Calenda si smarchi per la presenza di Conte e Conte sia tiepido per la presenza di Calenda era non solo ampiamente prevedibile ma anche comprensibile, se davvero si tratta di ricostruire una sinistra plurale ma coerente. Come si dice, errare è umano, perseverare diabolico. Se invece l’obbiettivo era più modestamente quello di accordarsi per l’opposizione a questo o quell’obbiettivo del governo Meloni, a cominciare dal presidenzialismo e dall’autonomia differenziata), allora sì, sarei d’accordo con lui, ma non aspettiamoci salti di gioia./ Un Medio Oriente libero dall’Occidente con più paci che guerre/ viaggio nell’inconscio
  • Reader’s – 16 marzo 2023
    QUEL GIORNO IN VIA DEI VOLSCI. Il 16.3.78 fu rapito Moro. Io ero in un appartamento in Piazza dei Re di Roma. Il mio amico S. entrò nella mia stanza con una radio da cui proveniva la notizia.Era così inverosimile che cercai di immaginare come avesse fatto a imbastire quello scherzo, era un burlone…/La maggioranza del mondo che non pensa occidentale e la titolarità della pace (Michele Marsonet)
  • Reader’s – 15 marzo 2023
    Riarmo forsennato per ammazzarci prima e meglio? Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha chiesto per il 2024, 842 miliardi di dollari. La Francia si appresta a rilocalizzare sul proprio territorio una ventina di produzioni industriali militari. Confermata la vendita Anglo-americana di sottomarini nucleari all’Australia. Ma la magia di metà secolo saranno i super sottomarini ancora allo studio: costo stimato nei prossimi tre decenni tra i 167- e 229 miliardi di euro /Massimo Recalcati: «Confini rafforzati e porti chiusi: così la nostra vita s’impoverisce»/Assemblea di Articolo21, Costante: «Il precariato è il più grande bavaglio all’informazione»
  • Reader’s – 14 marzo 2023
    E’ possibile ingannare i poveri, dando loro la sensazione di volerli aiutare, ma ci vuole arte nel raggiro. Per esempio, come fa il Governo con la riforma fiscale allo studio. Strombazzare che si riducono le aliquote suona bene, perché sembra che si vogliano abbassare le tasse per tutti. E invece è il contrario, perché meno aliquote significa meno progressività. Ovvero allontanarsi dal principio previsto nella Costituzione per far pagare più tasse ai ricchi e meno ai poveri. /In seguito al rientro, annunciato da Roberto Speranza, di Articolo Uno nel PD, il numero due Arturo Scotto è entrato a far parte della Direzione nazionale. Ecco il suo intervento all’Assemblea nazionale /barchi in Italia ed Euro corruzione, trama di Mosca
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