Reader’s – 18 febbraio 2023. Rassegna web

La diserzione in massa dalle urne alle recenti elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio è stato di gran lunga il fenomeno più rilevante (e preoccupante) per le sorti di una democrazia da tempo malata come la nostra. Se ne occupa anche Michele Prospero in un breve saggio apparso ieri sul periodico del CRS (Centro per la Riforma dello Stato).

La cura non è il presidenzialismo

A quanti ritengono e sostengono che la fragilità di un sistema politico come il nostro possa essere guarita con l’elezione popolare diretta di una Presidenza forte, Michele Prospero, politologo e filosofo di prestigio osserva giustamente come l’astensionismo di massa per la nomina diretta dei governatori regionali, senza neppure il ballottaggio, dimostri esattamente il contrario. “L’elezione diretta del capo dell’esecutivo non ricarica un sistema politico fragile, non è la soluzione all’enigma della governabilità e non restituisce affatto lo scettro nelle mani del cittadino spodestato”.

È caduto il senso fondativo della politica

Agli occhi di larghe fasce di società- scrive Prospero – è caduto il senso fondativo della politica come capacità democratica di incidere sulle questioni centrali dell’esistenza. Sulla guerra e la pace, sul lavoro, il chiacchiericcio della politica sub-specie comunicazione non assume le decisioni fondamentali e anzi evita i nodi cruciali come santuari sottratti al gioco del conflitto”.

A sinistra come anche a destra, dove “troppo evidente è già diventato il divario tra Meloni di piazza (contro gli usurai europei) e Meloni di palazzo (apprendista delle compatibilità numeriche tracciate dai tecnici usurpatori della sovranità)”. Mentre a sinistra la tendenza all’abbandono è un fenomeno naturale “dinanzi alla mancanza di una capacità minima di allestire una offerta politica che sia percepita come competitiva”.

La tattica di spostarsi dall’ombrello protettivo del PD (ritenuto la fonte ultima del mancato decollo elettorale di settembre) a quello del M5S (come ricollocazione propedeutica ad una celere conquista di un ampio spazio politico) è stata severamente giudicata dai votanti”. Mentre alle altre sigle della sinistra, “che marciano sotto un richiamo identitario cui non corrisponde una forza effettuale” Prospero osserva che “non si costruisce un soggetto a sinistra del PD senza un dialogo positivo con il ruolo coalizionale del PD che renda “pesante” il voto”

Ricostruzione culturale

“Un antidoto efficace all’astensionismo – conclude Michele Prospero – richiede la ricucitura di una ampia coalizione politica e sociale in grado di contrastare la destra su punti nodali (presidenzialismo, autonomia differenziata, regime fiscale e contrattuale antilavorista, contrazioni delle libertà femminili e civili). Senza un vero processo di ricostruzione culturale si accresce il senso di estraneità rispetto ai percorsi iniziatici di piccoli ceti politici che curano la propria riproduzione in un vuoto di rappresentanza sempre più grande”.

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Roger Waters al Consiglio di Sicurezza

Roger Waters, cofondatore dei Pink Floyd, è intervenuto alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi l’ 8 febbraio 2023 a New York. In questi tempi oscuri in cui la politica ha assunto il linguaggio delle armi, ci voleva un musicista per ripristinare il linguaggio della politica.

Domenico Gallo su Facebook

In coincidenza temporale con l’avvio del festival di Sanremo si è verificato un evento eccezionale, che ha avuto come protagonista un artista che occupa un posto di primo piano nel proscenio della musica rock. Roger Waters, cofondatore dei Pink Floyd, è intervenuto alla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite tenutasi l’ 8 febbraio 2023 a New York. Nelle riunioni del Consiglio di Sicurezza parlano gli ambasciatori degli Stati, possono essere invitati anche esperti di varie discipline, ma non era mai stato ammesso a parlare un musicista cantautore. In questi tempi oscuri in cui la politica ha assunto il linguaggio delle armi, ci voleva un musicista per ripristinare il linguaggio della politica.

A fronte dei membri del Consiglio di Sicurezza, rappresentati dagli ambasciatori degli Stati, Roger Waters ha assunto il ruolo di ambasciatore dei popoli con lo scopo di dare voce a quella maggioranza di esseri umani che in tutto il mondo soffrono per la guerra o per cause economico-sociali che schiacciano la dignità umana.

L’oggetto della riunione riguardava ovviamente le possibilità di pace nell’Ucraina dilaniata dalla guerra. “Noi popoli – ha esordito Roger Waters – vogliamo vivere. Vogliamo vivere in pace, in condizioni di parità che ci diano la possibilità reale di prenderci cura di noi stessi e dei nostri cari. Siamo grandi lavoratori e siamo pronti a lavorare sodo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è una giusta opportunità dopo cinquecento anni di imperialismo, colonialismo e schiavitù.”

Quali sono i vostri obbiettivi?

Quindi Roger Waters ha interpellato i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza: “ Quali sono i vostri obiettivi? Cosa c’è nella pentola d’oro alla fine dell’arcobaleno? Maggiori profitti per le industrie belliche? Più potere a livello globale? Una fetta più grande della torta globale? La Madre Terra è una torta da divorare? (..) E se oggi, in questo luogo di sicurezza, guardassimo in un’altra direzione, per esempio alla nostra capacità di empatia, di metterci nei panni degli altri? (.)

“La maggioranza senza voce è preoccupata che le vostre guerre distruggeranno il pianeta, che è la nostra casa, e insieme a ogni altro essere vivente saremo sacrificati sull’altare di due cose, i profitti della guerra per riempire le tasche di pochi, pochissimi, e la marcia egemonica di qualche impero o altro verso il dominio mondiale unipolare. Per favore, rassicurateci che questa non è la vostra visione, perché non c’è alcun risultato positivo su questa strada. Questa strada porta solo al disastro (.)

L’invasione dell’Ucraina

Torniamo all’Ucraina. L’invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa è stata illegale. La condanno nei termini più forti possibili. Non si può dire però che non ci sia stata una provocazione dietro a questa invasione quindi condanno anche i provocatori nei termini più forti possibili. Secondo noi l’unica linea d’azione sensata oggi è chiedere un immediato cessate il fuoco in Ucraina. Senza se e senza ma. Non una sola altra vita ucraina o russa deve essere sacrificata. Non una. Sono tutte preziose ai nostri occhi.”

Affermando di parlare a nome di quattro miliardi di persone, Roger Waters invia un messaggio ai potenti della terra: “Presidente Biden, Presidente Putin, Presidente Zelensky, USA, NATO, RUSSIA, UE, TUTTI VOI, PER FAVORE, CAMBIATE ROTTA ORA, ACCETTATE UN CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA OGGI STESSO!”

A fronte della semplicità e nettezza delle parole di un cantante amato in tutto l’Occidente, emerge per contrasto la dissennata ottusità del canto, a più voci, intonato dal Parlamento Europeo, dal Consiglio europeo e dai leaders europei per acclamare i propositi bellicosi di Zelensky, venuto a Bruxelles a chiedere armi per portare avanti la guerra, cioè il massacro (ivi incluso quello del proprio popolo), fino alla vittoria finale per distruzione del nemico.

Classi dirigenti accecate dalla mitologia del nemico

Nella storia europea non vi è mai stata una dissonanza così estrema fra i bisogni fondamentali e le aspirazioni alla pace dei popoli e l’orientamento politico delle classi dirigenti. Classi dirigenti, accecate dalla mitologia del nemico, che non sono capaci di indicare alcuna prospettiva per uscire da questo miserabile stato di guerra e per ricostruire la coesistenza pacifica in Europa.

Oggi tutti i leader si sono trasformati in cortigiani del Re imperatore che, d’oltre atlantico, ci conduce alla guerra in nome della pace. Come nella favola di Hans Christian Andersen, tutta la narrazione ipocrita della guerra necessaria per il bene dei popoli, può crollare fragorosamente, appena un bambino si alzerà e griderà: il Re è nudo. A noi piace pensare che, malgrado la sua non più giovane età, quel bambino è Roger Waters, che ha lanciato il suo grido in faccia ai potenti della terra.


Politica al femminile, l’intelligenza di vita e il maschio prigioniero del ruolo

Michele Marsonet su Remocontro

Le recenti dimissioni di due donne giunte ai vertici del potere hanno indotto alcuni osservatori a interrogarsi circa il ruolo che le donne stesse possono (e devono) svolgere in politica. Questo perché, in entrambi i casi, le dimissioni sono state motivate dallo stress che l’attività politica necessariamente comporta, soprattutto se le funzioni svolte sono di tipo apicale.

Nuova Zelanda

Ha iniziato Jacinda Ardern, primo ministro della Nuova Zelanda, nonché leader del locale Partito Laburista dal 2017 al 2023. Si è inaspettatamente dimessa il 19 gennaio di quest’anno, dicendo di essere esausta e denunciando una carenza di energie psico-fisiche per svolgere al meglio il proprio incarico, nonché il desiderio di stare più vicina alla sua famiglia.

Scozia

Sono poi arrivate anche le dimissioni di Nicola Sturgeon, leader del Partito Nazionalista Scozzese e premier del governo di Edimburgo dal 2014. Anche in questo caso entra in gioco lo stress provocato dalla sua attività al vertice. Ma la Sturgeon ha citato un secondo fattore, forse ancora più importante. Ha denunciato, infatti, la “brutalità” della politica, dicendo di non essere più in grado di sostenerla.

Maschio onni-impotente

Che la politica sia spesso – o, meglio, sempre – brutale non è certo una grande novità. Circa tale caratteristica tutti concordano. Ma il fatto che l’abbia detto pubblicamente una donna fa la differenza. Alcuni, rispolverando vecchi pregiudizi, ne hanno approfittato per affermare che le donne sono più deboli dei maschi, e non dovrebbero quindi impegnarsi in lavori che comportano non solo fatica fisica, ma pure un grande logorio psicologico.

Golda Meir, Indira Gandhi, Margaret Thatcher, Angela Merkel

Una tesi che è, per l’appunto, viziata da antichi pregiudizi, anche se è dura a morire. Per smentirla bastano esempi di donne che sono rimaste al potere per lungo tempo, con successo, e che non hanno mai pensato a ritirarsi. Quattro nomi tra tutti. L’israeliana Golda Meir, l’indiana Indira Gandhi, e la britannica Margaret Thatcher. Dell’altro ieri politi.co, la tedesca Markel Donne che, per l’appunto, hanno dimostrato di non essere affatto inferiori agli uomini.

Politica brutale e disumana

La denuncia, da parte di Sturgeon, della brutalità della politica indica però che le donne hanno una sensibilità più accentuata. Il che non è certo un difetto e, anzi, depone a loro favore. Per fortuna negli ultimi decenni la presenza femminile in politica è aumentata ovunque, con alcune significative eccezioni. Per esempio nel mondo islamico, dove la componente femminile è da sempre pesantemente discriminata.

L’ascolto contro il troppo dire

Dunque i pregiudizi che inducono a giudicare le donne inadatte alla politica vanno superati, e in larga parte del mondo questo è già avvenuto. L’abilità politica non si basa certo sul sesso, bensì sulla preparazione specifica e sulla capacità di ascoltare le esigenze dei cittadini. È questa l’unica vera discriminante tra un buon politico, e un politico inadatto a svolgere il suo compito.


Alessandra Costante nuova segretaria generale della Fnsi

Alessandra Costante, giornalista del Secolo XIX, è la nuova segretaria generale della Federazione nazionale della Stampa italiana. Lo hanno deciso i delegati al 29° Congresso della Fnsi riuniti a Riccione dal 14 al 16 febbraio 2023. Per la seconda volta in oltre cento anni di storia, una donna alla guida del sindacato dei giornalisti. Ligure, vicesegretaria uscente della Fnsi e, prima, per due mandati segretaria dell’Associazione Ligure dei Giornalisti, prende il posto di Raffaele Lorusso.

Costante ha ottenuto 196 preferenze. All’altro candidato alla segreteria, Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, sono andati 88 voti. «Ci aspettano anni di sfide difficili. In questo Paese il lavoro è ‘il’ problema. La Fnsi, come ha fatto in questi anni, lo metterà sempre al centro della sua attività. La difesa del diritto al lavoro e la difesa dell’articolo 21 vanno di pari passo», il primo commento della neoeletta segretaria generale.


  • Reader’s – 18/19 marzo 2023
    “L’economia è fatta di aspettative, e se si rompe il rapporto fiduciario tra risparmiatori e banche, beh allora non c’è assolutamente modo di rimettere le cose a posto, in tempi brevi e senza traumi”. Così oggi Piero Orteca su Remocontro. Ed è “patologicamente” vero almeno da quando la finanziarizzazione dell’economia ha separato e comunque posto in secondo piano il valore oggettivo e concreto di beni e servizi rispetto a quello atteso o immaginato dalle contrattazioni in borsa. Tanto che, come si ripete stancamente ma inutilmente da decenni, non esiste quasi più alcuna corrispondenza tra l’economia reale e quella trattata dalle banche. E’ il capitalismo “di cartone” che procede impavido condizionando pesantemente la politica, per lo più incurante della sorte di imprese e lavoratori. Altro che “politique d’abord”. / Cavia Ucraina: il riciclaggio degli armamenti al collaudo assassino (Ennio Remondino) / Stavolta Piantedosi ce la può fare (Massimo Marnetto)
  • Reader’s – 17 marzo 2023
    Landini ci ha provato e ha fatto bene. Che a prendere l’iniziativa sia il segretario generale della CGIL è già una garanzia che almeno nelle intenzioni non si tratta di un restyling del vecchio PD, del tentativo cioè di rimettere insieme i cocci di una fusione fallita in partenza. Marnetto è pessimista, ma che Calenda si smarchi per la presenza di Conte e Conte sia tiepido per la presenza di Calenda era non solo ampiamente prevedibile ma anche comprensibile, se davvero si tratta di ricostruire una sinistra plurale ma coerente. Come si dice, errare è umano, perseverare diabolico. Se invece l’obbiettivo era più modestamente quello di accordarsi per l’opposizione a questo o quell’obbiettivo del governo Meloni, a cominciare dal presidenzialismo e dall’autonomia differenziata), allora sì, sarei d’accordo con lui, ma non aspettiamoci salti di gioia./ Un Medio Oriente libero dall’Occidente con più paci che guerre/ viaggio nell’inconscio
  • Reader’s – 16 marzo 2023
    QUEL GIORNO IN VIA DEI VOLSCI. Il 16.3.78 fu rapito Moro. Io ero in un appartamento in Piazza dei Re di Roma. Il mio amico S. entrò nella mia stanza con una radio da cui proveniva la notizia.Era così inverosimile che cercai di immaginare come avesse fatto a imbastire quello scherzo, era un burlone…/La maggioranza del mondo che non pensa occidentale e la titolarità della pace (Michele Marsonet)
  • Reader’s – 15 marzo 2023
    Riarmo forsennato per ammazzarci prima e meglio? Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha chiesto per il 2024, 842 miliardi di dollari. La Francia si appresta a rilocalizzare sul proprio territorio una ventina di produzioni industriali militari. Confermata la vendita Anglo-americana di sottomarini nucleari all’Australia. Ma la magia di metà secolo saranno i super sottomarini ancora allo studio: costo stimato nei prossimi tre decenni tra i 167- e 229 miliardi di euro /Massimo Recalcati: «Confini rafforzati e porti chiusi: così la nostra vita s’impoverisce»/Assemblea di Articolo21, Costante: «Il precariato è il più grande bavaglio all’informazione»
  • Reader’s – 14 marzo 2023
    E’ possibile ingannare i poveri, dando loro la sensazione di volerli aiutare, ma ci vuole arte nel raggiro. Per esempio, come fa il Governo con la riforma fiscale allo studio. Strombazzare che si riducono le aliquote suona bene, perché sembra che si vogliano abbassare le tasse per tutti. E invece è il contrario, perché meno aliquote significa meno progressività. Ovvero allontanarsi dal principio previsto nella Costituzione per far pagare più tasse ai ricchi e meno ai poveri. /In seguito al rientro, annunciato da Roberto Speranza, di Articolo Uno nel PD, il numero due Arturo Scotto è entrato a far parte della Direzione nazionale. Ecco il suo intervento all’Assemblea nazionale /barchi in Italia ed Euro corruzione, trama di Mosca
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