Cari Amici, un barlume di speranza si è aperto a seguito della dichiarazione del presidente Zelenski sul casus belli che ha portato lui e Putin a gettare l’Ucraina nella tragedia. Parlando alla Joint Expeditionary Force di Londra egli ha detto infatti a proposito della NATO: “Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci, e dobbiamo riconoscerlo”.
Lo ha detto dopo un messaggio che i presidenti di Polonia, Repubblica ceca e Slovenia gli hanno portato personalmente a Kiev da parte dell’Europa e, probabilmente degli Stati Uniti. Se si tratta di una vera rinunzia del regime ucraino ad aprire le porte alla NATO, è probabile che le ragioni che hanno spinto Europa e Stati Uniti a cambiare la loro scelta politica sulla guerra in corso siano state le sanzioni. Che in tal modo si sono dimostrate efficaci contro di loro più o prima ancora che contro la Russia.
Il bluff del “nuovo secolo americano”.Se finisce il bluff del “morire per l’Ucraina”, finisce anche il bluff, o l’illusione, del “nuovo secolo americano” e dell’Impero globale dominato dagli Stati Uniti, che non dovevano essere superati, ma nemmeno eguagliati, come dicono, da alcuna altra Potenza. Possiamo così sperare che il conflitto in Europa si concluda prima che il suo contagio si diffonda o degeneri in una guerra mondiale, secondo l’avvertimento che viene dal Kosovo.Ma per noi è troppo poco che questa guerra finisca, innescando magari un lungo periodo di guerra virtuale e di “competizione strategica” fino alla “sfida culminante” con la Cina, come minacciano i documenti sulla “Strategia nazionale” degli Stati Uniti. Dobbiamo invece uscire dal sistema di dominio e di guerra e passare a un’altra idea del mondo, come un mondo di mondi diversi in relazione tra loro, fondato sulla pace, sulla cura della Terra e sulla dignità di tutte le creature.(La Valle)/Dal Maghreb alla Tunisia siccità devastante: fame o fuga (Orteca) / Popolo e patria (Lamagna)
Il mio ricordo di don Lorenzo Milani nel centenario della nascita. Non un profilo biografico, ce ne sono tanti in giro. Quello che segue è un un ricordo personale di due incontri con lui e di una stagione straordinaria e indimenticabile della città in cui sono cresciuto.
PD. Una segreteria omogenea non basta senza riformare radicalmente il partito. Ci vorrà del tempo per superare ostacoli e resistenze, ma il segnale doveva essere dato subito, mentre al suo interno il PD “è rimasto sostanzialmente la vecchia struttura divisa in correnti ereditata dal “renzismo”, rammenta oggi alla Schlein l’ex presidente della regione toscana Enrico Rossi /PD. Accordi e progetto (Marnetto) /Droni su Mosca, l’avvio simbolo della controffensiva ucraina (Remocontro) /Social network, intelligenza artificiale e giornalismo: il 5 giugno corso di formazione in Fnsi (FNSI) /Bisogna mettere in conto gli imprevisti (Lamagna)
Con zelo degno di miglior causa, la grande stampa si affretta ad attribuire a una segretaria fresca di nomina l’insuccesso alle recenti amministrative. Trascurando il particolare che altro è guidare un partito al governo e altro all’opposizione. / Effetto Elly per la sconfitta alle amministrative? No, il PD paga ancora l’effetto Renzi. Ovvero un partito indefinito non fuori (alleanze), ma dentro (obiettivi). Come se ne esce? (Marnetto) / Sono disposti gli americani a sacrificare per l’impero? Questo uno degli interrogativi chiave del nostro tempo. La domanda su Limes e le risposte ragionate di Federico Petroni in una non facile sintesi senza nostri tradimenti, speriamo. / L’importanza e la verità dei miti (Lamagna)
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