Categoria: pensando in prosa
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18. Uscire dal colonialismo
La lotta per l’uguaglianza non è terminata. Deve proseguire radicalizzando al massimo la logica dell’evoluzione verso lo Stato sociale, l’imposta progressiva, l’uguaglianza reale e la battaglia contro tutte le discriminazioni. La lotta passa anche soprattutto attraverso una trasformazione strutturale del sistema economico mondiale. La fine del colonialismo ha permesso di avviare un processo egualitario, ma l’economia-mondo resta profondamente gerarchica e diseguale nel suo funzionamento.
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17. Conciliare la parità sociale e la redistribuzione delle ricchezze
L’idea di una discriminazione positiva che tenga conto dei criteri sociali può essere salvaguardata, ma solo se si fonda su un programma ambizioso di ridistribuzione delle ricchezze e se fa da complemento a misure universali come lo Stato sociale, la garanzia del posto di lavoro o l’eredità per tutti.
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16. Della persistenza del patriarcato e del produttivismo
Il fatto di sbloccare i posti per le donne nelle sfere dirigenti non deve servire da alibi per mantenere in vigore, in buona coscienza, un sistema sociale fortemente gerarchizzato e di genere, per il resto della popolazione. L’ obiettivo di fondo è il miglioramento dei salari, degli orari e delle condizioni di lavoro per milioni di cassiere, cameriere, domestiche e decine di altri professioni a forte maggioranza femminile, le quali storicamente, nel pubblico dibattito e nelle mobilitazioni sindacali, non hanno ricevuto la stessa attenzione delle professioni operaie maschili.
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15. L’uguaglianza reale contro le discriminazioni
Uno dei grandi limiti del cammino verso l’uguaglianza iniziato nel secolo scorso è che ci si è spesso accontentati di un’uguaglianza formale. Se si vuole raggiungere un’uguaglianza reale, è urgente sviluppare indicatori e procedure tali da combattere le discriminazioni esistenti, sociali ed etniche e quali sono di fatto in vedi che è un po’ ovunque, […]
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14. Guardiamo ora al futuro: democrazia, socialismo e imposta progressiva
Senza un cambiamento autentico dell’imposta progressiva, non si può prefigurare nessuna nuova tappa nella costruzione dello stato sociale e nel processo storico dello smantellamento dell’economia di mercato.
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12. La “grande redistribuzione” (1914-1980)
Tra il 1914 e il 1980 il peso dello Stato fiscale e sociale conoscerà, nell’insieme dei paesi occidentali, un’espansione senza precedenti. Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX le entrate fiscali totali, inclusi contributi, tasse, imposte e prelievi obbligatori di qualsiasi natura, rappresentano in Europa e negli Stati Uniti il 10% del […]
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Cause effetti rischi della guerra in Ucraina
Erano tutti «liberal» quelli che fecero fallire i colloqui di Rambouillet per attaccare la Serbia, quelli che s’inventarono la catastrofe umanitaria per legittimare l’aggressione armata chiamandola «ingerenza umanitaria». Erano idealisti quelli che bombardarono la Serbia per settanta giorni e con il pretesto umanitario inviarono contingenti militari a occupare il Kosovo, con un’operazione di «pace» che dura da 24 anni e che non ha ancora permesso una soluzione ragionevole, razionale e concordata per la stabilizzazione definitiva. Erano idealisti quelli che hanno riconosciuto l’autoproclamazione della Repubblica del Kosovo, sottraendo alla sovranità di Belgrado il cuore della cultura slavaSe il «modello Kosovo» della Nato copiato da Putin diventasse una prassi la Cina se la dovrebbe vedere con le pretese uigure, tibetane e di Hong Kong e noi ce la dovremmo vedere con i nostri separatisti del Nord o gli indipendentisti borbonici. Si può essere certi che la Cina non riconoscerà l’indipendenza delle due repubbliche del Donbas e così faranno altri paesi occidentali o ipocritamente «idealisti».
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11. Socialismo partecipativo
“Potremmo immaginare un sistema in cui da una parte i rappresentanti dei dipendenti avrebbero il 50% dei voti in tutte le imprese, comprese le più piccole, dall’altra la quota dei diritti di voto detenuta dal singolo azionista (del 50% dei diritti di voto riservati agli azionisti) non possa, nelle aziende abbastanza importanti, superare una certa soglia”.
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10.La plutocrazia economica
La proprietà dei media In Francia, un pugno di miliardari possiede al momento più della metà dei media di informazione. E un po’ ovunque si va affermando la medesima tendenza, nei paesi poveri come nei paesi ricchi. La soluzione migliore consisterebbe nel cambiare il quadro giuridico e adottare una vera legge di democratizzazione dei media, […]
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9. La lotta per il suffragio universale
Insieme alle lotte per i diritti del lavoro, la lotta per il suffragio universale rappresenta l’altra grande battaglia sociale e politica, combattuta a partire dal XIX secolo e protrattasi fino all’inizio del XX. Ma le logiche censitarie continuano tutt’oggi ad esistere: semplicemente sono diventate un po’ meno visibili. In linea teorica, potremmo pensare che un corollario evidente del suffragio universale sarebbe l’adozione di un sistema egualitario in cui ogni cittadino dispone della stessa somma per finanziare i partiti e movimenti politici di sua scelta. Con l’aggiunta di un divieto assoluto di raccolta fondi e una rigorosa limitazione delle spese elettorali. Al fine di porre tutti i candidati e tutti gli elettori in una condizione di parità. Ebbene, non solo non si è fatto nulla, ma è successo tutto il contrario.