È tempo di concludere la nostra indagine. La marcia verso l’uguaglianza è una battaglia dall’esito incerto e non una strada tracciata in anticipo. Dopo la fine del XVIII secolo, l’uguaglianza si è aperta la strada solo dando rigorose spallate alle regole stabilite dai regimi dominanti. E nel futuro andrà allo stesso modo. Sarebbe illusorio pensare che trasformazioni decisive possano aver luogo dandosi come principio intangibile l’unanimità dei paesi interessati o dei gruppi sociali in campo.
da “una breve storia dell’uguaglianza” di Thomas Piketty*

* Di questo libro ho pensato di proporre gradualmente sul blog, a scopo divulgativo, i brani che ritengo più significativi. La pandemia come la crisi politica, economica e ambientale che l’ha preceduta e accompagnata fanno oggi dell’ingiustizia sociale il problema più scottante per l’umanità. Nella sua “breve storia”, di cui raccomando la lettura integrale, Piketty scrive che “l’eguaglianza è una lotta che può essere vinta e nella quale ci sono sempre varie traiettorie possibili, che dipendono dalla mobilitazione, dalle lotte e da ciò che si apprende dalle lotte precedenti”.
**Thomas Piketty, professore dell’École des Haute Études en Sciences Sociale e dell’École d’Économie de Paris, è autore di numerosi studi storici e teorici che gli hanno fatto meritare nel 2013 il premio Yrjö Jahnsson, assegnato dalla European Economic Association. Il suo libro “Il capitale nel XXI secolo (2014) è stato tradotto in 40 lingue e ha venduto 2,5 milioni di copie.
Criteri di giustizia sociale, fiscale e ambientale
Ogni comunità politica deve poter fissare condizioni al proseguimento degli scambi con il resto del mondo, senza aspettare l’accordo unanime dei suoi partner… È tuttavia essenziale che una tale forma di sovranismo si definisca a partire da obiettivi di tipo universalista e internazionalista, vale a dire esprimendo criteri di giustizia sociale, fiscale e ambientale che possono applicarsi a tutti i paesi nello stesso modo.
Prima di adottare possibili misure unilaterali, è indispensabile proporre agli altri paesi un modello di sviluppo cooperativo, fondato su valori universali e indicatori sociali e ambientali oggettivi e verificabili che consentano di individuare pubblicamente in quale misura le differenti classi di reddito e di patrimonio contribuiranno a soddisfare i bisogni pubblici e climatici.
La composizione delle assemblee transnazionali
È anche indispensabile descrivere con precisione la composizione delle assemblee transnazionali che idealmente dovrebbero farsi carico dei beni pubblici globali e delle politiche comuni di equità fiscale e ambientale. Se tali proposte social- federaliste non vengono recepite immediatamente, rimane solo la scelta unilaterale, la quale però deve sempre mantenere un carattere di incentivazione e di reversibilità.
Cittadinanza attiva
Un tale sovranismo universalista esigerà anche e soprattutto una cittadinanza attiva…Solo potenti mobilitazioni collettive, con l’appoggio dei movimenti e delle organizzazioni sociali, permetteranno la definizione di obiettivi comuni e la trasformazione dei rapporti di forza. Attraverso le domande che ciascuno o ciascuna rivolgerà ad amici, social, eletti, media preferiti, rappresentanti sindacali. Attraverso l’azione personale e la partecipazione ai confronti e ai movimenti collettivi, ciascuno o ciascuna potrà contribuire a produrre una perfetta intelligibilità dei fenomeni socio economici e a incidere sui cambiamenti in corso.